Al Concistoro entrano 16 elettori e sembra già un pre-conclave ma il Papa “silenzia” il dibattito in aula

Al Concistoro entrano 16 elettori e sembra già un pre-conclave ma il Papa silenzia il dibattito in aula forse per evitare contestazioni
Al Concistoro entrano 16 elettori e sembra già un pre-conclave ma il Papa “silenzia” il dibattito in aula forse per evitare contestazioni
di Franca Giansoldati
Sabato 27 Agosto 2022, 08:49 - Ultimo agg. 11:51
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Città del Vaticano - C'è il primo cardinale paraguaiano della storia, quello più giovane in assoluto – un quarantatottenne di Cuneo di stanza in Mongolia -, il debutto di Timor Est e persino il cappellano della Roma, don Fortunato Frezza, canonico di San Pietro che però, avendo superato gli 80 anni non avrà diritto di voto ad un futuro conclave. Tra l'infornata dei 21 nuovi cardinali scelti da Francesco, tra cui 16 elettori con il diritto di votare, ci sono anche suoi fedelissimi uomini di curia, strettissimi collaboratori ai quali in questi anni ha affidato i dossier amministrativi complessi, in particolare lo spagnolo Fernando Vergez Alzaga, l'esperto di liturgia Arthur Roche (piazzato alla Congregazione per il culto divino in sostituzione dell'ultra rigorista Robert Sarah), e il coreano Lazzaro You Heung-sik alla congregazione del Clero.

I profili che caratterizzano l'ottavo concistoro del pontificato rispecchiano l'idea di Chiesa aperturista e riformista secondo la filosofia di Bergoglio. Emblematico il caso statunitense del vescovo McElroy di San Diego, strenuo sostenitore di una via per la dare comunione ai cattolici abortisti (e dunque anche al presidente Biden o alla Speaker della Camera, Nancy Pelosi) nonostante i divieti della dottrina (ancora in vigore).

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In ogni caso l'evento vaticano può essere letto come una sorta di prova generale per un pre-conclave: i cardinali di tutto il mondo per la prima volta si ritrovano tra loro dal 2014. Anche se il Papa ha vietato il libero dibattito in aula durante i due giorni di confronto su due temi (Giubileo e costituzione apostolica), probabilmente per evitare contestazioni sul clamoroso caso cinese, è inevitabile che dietro le quinte i cardinali formino gruppi, alimentando contatti, favorendo conoscenze, delineando possibili king-maker e persino profili per il post Francesco.

Manovre del tutto normali per la vita della Chiesa addestrata nei secoli a guardare avanti e proiettarsi nel futuro, al di là del contingente.

Assieme al concistoro ordinario per la creazione di nuovi porporati, necessario a riportare al tetto dei 120 elettori, Papa Francesco ha convocato i cardinali del mondo in Vaticano (le riunioni si terranno il 29 e il 30 agosto) per illustrare le novità della costituzione apostolica «Praedicate Evangelium», per parlare del Giubileo del 2025, con l'intento di far conoscere tra di loro i porporati visto che la maggior parte di loro non si conoscono. Sicuramente è l'occasione per misurare come Francesco, in quasi dieci anni di pontificato, abbia cambiato il volto della Curia, stravolgendo gli equilibri territoriali nel collegio cardinalizio.

Tuttavia qualche anomalia in questo concistoro sta già affiorando, per esempio il fatto che le riunioni non prevedono un dibattito pubblico, ma solo la lettura di comunicazioni in aula sui temi fissati (costituzione e giubileo). Gli scambi naturalmente potranno avvenire dietro le quinte, attraverso i gruppi di lavoro linguistici, ma non in aula. Per molti osservatori si tratta di un escamotage introdotto dal Papa per disinnescare contestazioni sulla sua linea su alcuni dossier scottanti che stanno creando diversi contraccolpi interni. Per esempio il grande caso relativo alle relazioni con la Cina, con Taiwan, con Hong Kong ma anche con il Nicaragua, il Venezuela, Cuba e la Russia. Le riunioni serviranno anche a illustrare lo stato traballante delle delle finanze vaticane sottoposte ad un restyling gestionale e a un controllo sempre più centralizzato da parte dello Ior.

A oggi il collegio cardinalizio è costituito da 208 porporati, di cui 117 elettori e 91 non elettori (over 80 anni). Dopo le nomine ci saranno dunque 228 cardinali, di cui 131 elettori (che nel giro di pochi mesi diventeranno 128 e nel 2023 senderanno attorno ai 120).Tra i nuovi porporati, cinque sono italiani: Oscar Cantoni, vescovo di Como; Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari; padre Gianfranco Ghirlanda, professore di Teologia; monsignor Fortunato Frezza, canonico di San Pietro e il prefetto apostolico di Ulan Bator, in Mongolia, monsignor Giorgio Marengo, missionario della Consolata, nato a Cuneo.T

ra i 16 elettori, tre sono capi di dicastero. Si tratta dell’inglese Arthur Roche (prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti), il coreano Lazzaro You Heung sik (prefetto della Congregazione per il clero) e lo spagnolo Fernando Vérgez Alzaga (presidente della Pontificia Commissione e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano). Insieme a loro ci sono l’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Avelin; il vescovo di Ekwulobia, in Nigeria, Peter Ebere Okpaleke; Leonardo Steiner, arcivescovo di Manhaus, in Brasile; Filipe Neri António Sebastião do Rosário Ferrão, arcivescovo di Goa e Damao, in India; Robert W. McElroy, vescovo di San Diego, Usa; Virgílio do Carmo da Silva; arcivescovo di Timor orientale; il vescovo di Como Oscar Cantoni; Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad, India; Paulo César Costa, arcivescovo di Brasilia; Richard Kuuia Baawobr, arcivescovo di Wa, in Ghana; William Seng Chye Goh; arcivescovo di Singapore; Adalberto Martínez Flores; arcivescovo di Asuncion, Paraguay; e il prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia Giorgio Marengo.

Tra i protagonisti del Concistoro, ci sarebbe dovuto essere anche Lucas Van Looy, vescovo emerito di Gand in Belgio, ma ha chiesto a Papa Francesco di poter rinunciare alla berretta cardinalizia. Una decisione dovuta alla consapevolezza di non essere stato "fermo e deciso" nel combattere la pedofilia quando era a capo della diocesi di Gand.In pratica ha insabbiato casi di preti pedofili. La cancellazione del suo nome dalla lista è stata all'origine di parecchio imbarazzo in curia poiché il Papa, nella compilazione dei candidati, stavolta non ha consultato nessun ufficio di curia dove in genere vengono preparati i profili e vengono passati a setaccio i curricula. Altro grande assente al concistoro è l'arcivescovo maggiore di Kiev, monsignor Sviatoslav Shevchuk ancora una volta escluso dalla tornata da Francesco per non compromettere i suoi rapporti con il Patriarcato di Mosca.

L'altra grande novità è il ritorno in pubblico del cardinale Angelo Becciu: parteciperà anche alla discussione sulla riforma della Curia Romana. Una iniziativa del Papa dopo essersi reso conto che con Becciu non ha rispettato il diritto alla presunzione di innocenza avendolo defenestrato e punito duramente due anni fa senza attendere l'esito del processo in corso in Vaticano sulla gestione sfortunata del palazzo di Londra: tra i dieci imputati, infatti, c'è anche Becciu con l'accusa di peculato e subornazione di teste. Dalle udienze finora fatte in aula è emerso che i 125 mila euro stornati dai fondi della Segreteria di Stato e diretti alla diocesi di Ozieri per finanziare una cooperativa della Caritas gestita ad uno dei fratelli di Becciu, sono ancora sul conto corrente di cui è titolare il vescovo di Ozieri, Melis il quale ha reiteratamente comunicato la trasparenza e la correttezza nella gestione dei fondi, tanto che la Cei anche quest'anno ha abbondantemente elargito denari alla cooperativa (in cui lavorano 60 immigrati) seguendo le rigorose procedure previste. 

La seconda parte del concistoro di oggi pomeriggio sarà dedicata al voto su due cause di canonizzazione: quella dei beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti. Subito dopo, tra le 18 e le 20, si svolgeranno invece le visite di cortesia ai nuovi cardinali.

Domani, invece, Papa Francesco sarà a L’Aquila, in occasione della Perdonanza celestiniana, con l’apertura e l’attraversamento della porta Santa della Basilica di Collemaggio. Dopo il Canada e la tappa abruzzese, il Papa viaggerà in Kazakistan dal 13 al 15 settembre. A proposito di trasferte, il Pontefice in un'intervista all'emittente della Corea del Sud KBS 1 TV ha aperto a una possibilità di visitare la Corea del Nord chiedendo al regime di invitarlo nel Paese. Il tutto mentre dalla Russia il presidente dell'Unione mondiale degli antichi credenti, Leonid Sevastyanov, citando un colloquio personale avuto con il pontefice ha detto alla TASS che il Santo Padre sarebbe pronto a visitare il Donbass dopo la sua visita a Mosca prevista provvisoriamente per la primavera del 2023. 
 

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