Crocifisso fuori dalle aule scolastiche? La tiepida risposta del cardinale Filoni

Crocifisso fuori dalle aule scolastiche? La tiepida risposta del cardinale Filoni
Martedì 1 Ottobre 2019, 17:48 - Ultimo agg. 2 Ottobre, 11:02
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Città del Vaticano - Il ministro vorrebbe togliere il crocifisso dalle aule scolastiche e il Vaticano tiepidamente replica che si tratta di un simbolo «da apprezzare e conoscere» ma «facendo attenzione a non imporre ad altri ciò che ognuno pensa sia unico». Il cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide non si sottrae alle domande anche se preferisce rispondere con un colpo al cerchio e uno alla botte. 

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«Il concetto del porre o del togliere risponde a una ideologia, a una apertura mentale, una esigenza per cui tutta la ricchezza delle realta' possa interessarmi o meno?», afferma Filoni a Vatican Insider. «Per la storia, la cultura, la tradizione dell'Italia il crocifisso non e' una realta' estranea da togliere, ma una realta' che io cerco di apprezzare e conoscere» ma «Il significato di un simbolo come il crocifisso rientra nella dimensione della scelta spirituale personale».

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«Ma non e' solo una questione individuale: tutta la cultura, tutta la tradizione che abbiamo nella vita sociale e civile non e' qualcosa che e' stato influenzato dalla visione del Vangelo, della vita cristiana, dalla storia della Chiesa?». Per Filoni la proposta del ministro Fioramonti suscita dubbi: «Questo fa parte di un modo di agire dove e' presente una ideologia. E, questa, a chi risponde? Al nichilismo? Puo' essere l'uomo un nichilista? Esiste un uomo nichilista? No, non esiste. Esiste un uomo che fa le sue scelte. Pertanto, bisogna stare attenti a non imporre ad altri cio' che ognuno pensa che sia unico».

Più reattivo il segretario della Cei, monsignor Stefano Russo: «Il crocifisso non fa male e non offende nessuno. È assolutamente un segno positivo» ha detto aTv2000, commentando le parole del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti in merito al crocifisso fuori dalle aule scolastiche. «Io vengo dalle Marche un territorio colpito dal terremoto. Sono rimasto impressionato da come la gente è attaccata ai simboli religiosi. Anche persone che non hanno necessariamente un’esperienza di fede riconoscono nel crocifisso un segno di civiltà. Pretendono che oltre alle case vengano ricostruite anche le chiese. Sono luoghi che rappresentano la nostra civiltà. Il Cristianesimo ha intriso la nostra civiltà di questi segni che sono positivi per tutti».
 

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