Papa Francesco e le dimissioni: «In caso di rinuncia sarò vescovo emerito di Roma»

Sui tempi il pontefice aveva già detto: «Solo Dio ce lo dirà»

Papa Francesco: «Un giorno potrei fare il parroco al Laterano». E intanto gira la notizia (fake) della morte di Ratzinger
Papa Francesco: «Un giorno potrei fare il parroco al Laterano». E intanto gira la notizia (fake) della morte di Ratzinger
di Franca Giansoldati
Martedì 12 Luglio 2022, 16:11 - Ultimo agg. 21:46
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Città del Vaticano – Ieri notte una notizia falsa diffusa da un account Twitter risultato poi taroccato ha dato per morto il Papa Emerito che nonostante la fragilità dei suoi 95 anni, continuava a riposare nel monastero Mater Ecclesiae, sul colle vaticano, in cui vive dal 2013 quando decise di sbriciolare il muro teologico delle dimissioni papali fino a quel momento intraprese solo da Celestino V, il santo eremita sepolto all'Aquila. Naturalmente Ratzinger era totalmente ignaro del trambusto planetario che in quelle ore andava montando e che in parallelo alimentava inevitabilmente la domanda sul futuro di Papa Francesco. Senza più la figura del Papa Emerito potrebbe dimettersi prossimamente? Speculazioni cicliche piuttosto diffuse reiteratamente smentite dall'entourage papale. Papa Francesco ha sempre spiegato, sin dall'avvio del suo pontificato, che anche lui potrebbe emulare il gesto di Benedetto XVI qualora le sue condizioni fossero ritenute talmente gravi e invalidanti da impedirgli di portare avanti il ministero petrino.

Da un paio di mesi in qua l'aggravarsi del disturbo al ginocchio, causato prima da una banale gonalgia e poi da una piccola frattura curata con infiltrazioni e terapie di ultima generazione, aveva fatto decollare di nuovo l'ipotesi.

E se anche lui lasciasse? In curia sono più che convinti che se mai un giorno questo evento si verificasse accadrà solo quando non sarà più in vita il Papa Emerito, e non prima. Altrimenti il Vaticano rischierebbe di trasformarsi in una specie di pensionato per pontefici dimissionari, insomma qualcosa di totalmente fantascientifico.

Francesco in questi giorni ha dovuto smentire personalmente l'ipotesi che a fine agosto, in concomitanza con la convocazione dei cardinali di tutto il mondo (ufficialmente per discutere della costituzione apostolica) abbia intenzione di fare annunci definitivi e tanto gravi. Il fatto è che il giorno dopo del summit cardinalizio nella sua agenda ha piazzato una insolita visita all’Aquila, e se non fosse che ad insistere sia stato il cardinale Giuseppe Petrocchi, grande tessitore della ricostruzione post-terremoto, si potrebbe effettivamente immaginare un gesto simile a quello urlo fatto da Ratzinger 4 anni prima di abbandonare il campo e ritirarsi sull’Aventino vaticano con ua visita alla tomba di Celestino V lasciando simbolicamente in dono la stola. Ieri Papa Francesco in una intervista a una piattaforma latinoamericana ha ripreso in mano l’argomento scottante aggiungendo un altro particolare: che «per ora» ad abbandonare il campo non ci pensa ma in futuro chissà, è che già si immagina a fare il parroco in una parrocchia romana.

«Non ho nessuna intenzione di rinunciare, per il momento no» ha affermato Papa Francesco al canale streaming ViX di Televisa Univision. «Al momento non sento che il Signore me lo chieda, se sentissi che me lo chiedesse, sì». Poi ha definito una “casualità” il fatto che andrà all'Aquila nei giorni del prossimo Concistoro a fine agosto. 

 

Ha però elogiato il «grande esempio dato da Benedetto XVI» che lo aiuterà a «prendere una decisione» qualora fosse necessario. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di avere delle norme relative alla figura del Papa emerito, Francesco ha osservato che «la storia stessa aiuterà a regolamentare meglio», «la prima esperienza è andata molto bene», perché Benedetto XVI «è un uomo santo e discreto». Per il futuro, però, «conviene delimitare meglio le cose», «spiegarle meglio». Quindi a proposito di una sua eventuale rinuncia, ha risposto che non andrebbe in Argentina: «Sono il vescovo di Roma, in quel caso sarei il vescovo emerito di Roma».

E sulla possibilità che in tal caso stia a San Giovanni in Laterano, risponde che sì, «potrebbe essere» così. Prima del Conclave, aveva già preparato il suo ritiro come arcivescovo emerito di Buenos Aires. Per lui, rammenta, sarebbe stato fondamentale «andare a confessare e a visitare i malati». Questo sarebbe stato il suo «apostolato», il suo «lavoro». «Stare al servizio della gente dove si può questo è quello che pensavo a Buenos Aires». Un progetto, ha soggiunto, che gli piacerebbe anche ora se sopravvivesse a una eventuale rinuncia.

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