Città del Vaticano – Prima ha lanciato un appello per la guerra di nuovo scoppiata tra Azerbaijan e Armenia, esortando le parti a rispettare il cessate il fuoco («La pace è sempre quando tacciono le armi»). Poi ha rivolto un pensiero speciale alle popolazioni delle Marche colpite dalla devastante inondazione. Ma all'Angelus, il messaggio centrale di Papa Francesco, è indirizzato alla ricerca del bene comune.
I cristiani, dice, non si dovrebbero mai scoraggiare o restare indifferenti davanti a «condotte disoneste, politiche inique» o anche davanti «agli egoismi che dominano le scelte dei singoli e delle istituzioni, e tante altre situazioni oscure».
Tornando dal viaggio dal Kazakhstan il Papa aveva indicato la via che dovrebbero seguire i politici di qualsiasi schieramento: dovrebbero agire per il bene comune. Aggiungendo che i cristiani devono «lottare per aiutare i politici a mantenere il livello dell’alta politica, non la politica di basso livello che non aiuta a niente e anzi, tira giù lo Stato e si impoverisce» La road map che aveva indicato riguardava la politica per affrontare il problema dell’inverno demografico, dello sviluppo industriale, dello sviluppo naturale, il problema dei migranti. In poche parole: «La politica dovrebbe mettersi sui problemi seriamente, per andare avanti. Sto parlando della politica in generale».
In una intervista rilasciata stamattina al Mattino, Papa Francesco ha ripetuto che per la Chiesa la politica è la più alta forma di carità. «La Chiesa non è distante dalla politica. È distante da una politica parolaia intesa solo come propaganda, o gioco di potere. È vicina invece ai problemi della gente. E pensa che il compito della politica sia lavorare per trovare insieme soluzioni a questi problemi».
In un altro passaggio dell'intervista al quotidiano di Napoli ha toccato il tema del climate change: «La drammatica alluvione nelle Marche che ha provocato lutti e rovine e dolore in tutto il Paese, rappresenta l'ulteriore conferma che la sfida del clima merita la stessa attenzione del Covid e della guerra».