Vaticano riammesso nel gruppo Egmont dopo la sospensione per la perquisizione di materiale riservatissimo

Vaticano riammesso nel gruppo Egmont dopo la sospensione per la perquisizione di materiale riservatissimo
di Franca Giansoldati
Giovedì 23 Gennaio 2020, 13:36
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Città del Vaticano – Il Gruppo Egmont dopo tre mesi di sospensione ha fatto rientrare l'Autorità di informazione finanziaria del Vaticano (Aif) nel sistema Aml, l’Anti-Money Laundering. Egmont prese questa drastica decisione dopo il caso della plateale perquisizione da parte della gendarmeria vaticana negli uffici dell'Aif, sottraendo materiale che doveva rimanere in un circuito riservato e che di fatto contribuì ad allargare una guerriglia interna sulla quale, almeno per ora, è calato il silenzio. Stamattina uno scarno intervento del nuovo direttore dell'Aif, Carmelo Barbagallo – ex Banca d'Italia al servizio vigilanza – ha informato che «la decisione consente di riprendere la collaborazione con le Unità di intelligence finanziaria degli altri Paesi».

«Sono lieto di comunicare che nella serata di ieri il Presidente di Egmont, Mariano Federici, ha revocato la decisione di sospendere l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) dal circuito informativo internazionale “Egmont Secure Web”, presa in data 13 novembre 2019». 

«La decisione – prosegue Barbagallo – fa seguito ai chiarimenti forniti dall’AIF ad Egmont in merito alle circostanze di natura eccezionale riguardo ai fatti che hanno dato luogo al provvedimento di sospensione, nonché alle rassicurazioni date dall’AIF che il trattamento delle informative ricevute dal circuito Egmont sarà, anche grazie alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa con il Promotore di Giustizia, del tutto coerente con le regole che disciplinano questo circuito» ha aggiunto Barbagallo, facendo riferimento all'inchiesta in corso da parte della magistratura vaticana sull'acquisto del famoso palazzo londinese e allo scontro tra Segreteria di Stato e Ior.

Di ritorno dal viaggio in Thailandia e Giappone, Papa Francesco aveva criticato gli ex vertici della sua Autorità antiriciclaggio (Aif) per la mancata prevenzione dei recenti scandali economici. Il direttore, Tommaso Di Ruzza, che nel frattempo era stato sospeso assieme ad altri 4 funzionari vaticani a inizio ottobre perché «c’erano sospetti di non buona amministrazione». Bergoglio sull'aereo aveva parlato poi di un cattivo controllo: «È stata l’Aif a non controllare, sembra, i delitti degli altri. Il suo dovere era controllare».

Di fatto a finire stritolati nelle maglie del sistema erano stati anche semplici funzionari che avevano obbedito agli ordini e ai quali è stato persino interdetto l'ingresso in Vaticano e lo stipendio, anche se pare che lo abbiano ricevuto ugualmente a partire dal mese di dicembre. 

Carmelo Barbagallo è andato a sostituire il precedente capo dell'Aif, René Brüelhart, licenziato da Francesco benchè la versione dell’avvocato svizzero sia differente; alle agenzie disse che si trattava  di un suo volontario passo indietro.

Sempre sul volo aereo Bergoglio chiariva le ragioni del venire meno della fiducia aBrüelhart: «ha fatto forza insieme al gruppo Egmont per riprendere la documentazione (sequestrata, ndr). E questo non poteva farlo». 

A suggerire al Papa di assumere Barbagallo sarebbe stato un altro funzionario da poco arrivato in Vaticano: Giuseppe Pignatone, ex Capo della Procura a Roma e ora presidente del tribunale Vaticano.


 

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