Papa Francesco non andrà a Kiev: ecco perché. E per problemi al ginocchio annulla l'agenda di domani

Papa Francesco non andrà a Kiev: ecco perché. E saltare anche l'incontro con Kirill
Papa Francesco non andrà a Kiev: ecco perché. E saltare anche l'incontro con Kirill
di Franca Giansoldati
Venerdì 22 Aprile 2022, 14:45 - Ultimo agg. 18:04
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Città del Vaticano – Al momento Papa Francesco non andrà a Kiev. La domanda che in queste settimane di guerra era continuata ad essere rivolta al Papa da capi di Stato, leader religiosi, uomini di Chiesa e gente comune ha ottenuto una risposta: «Non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra continuasse il giorno dopo?». Francesco in una conversazione con il quotidiano argentino La Nacion ritorna a parlare del conflitto russo-ucraino e – stavolta – senza troppi filtri risponde ad un quesito che gli era stato posto anche il giorno di Pasqua da Ivan Fedorov, il sindaco di Melitopol che era stato rapito dai russi e che aveva ricevuto in Vaticano.

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Francesco ha anche spiegato perché in tutto questo tempo ha evitato nei suoi discorsi di citare apertamente il presidente russo Putin e la Federazione russa.

Dalla sua risposta fa intendere quale sia l'ordine gerarchico del potere al quale fare riferimento. «Un Papa non nomina mai un capo di Stato e ancor meno un paese, che è superiore al suo capo di Stato». Il Paese, dunque il popolo e la nazione, sono collocati al di sopra di un singolo capo di Stato e presidente. Tuttavia nei suoi interventi in più occasioni ha fatto riferimento alla Ucraina. 

Il rapporto con Kirill

In questo scenario è saltato anche l'incontro previsto con il patriarca di Mosca. Ad avere creato fossati sono state le prese di posizione di Kirill, ben poco condivisibili sulla guerra, definita una azione meritevole poiché utile ad arginare l'avanzata del Male. Ai suoi occhi l'occidente è corrotto e in mano a forze diaboliche che puntano a destabilizzare l'ordine naturale della società formata da un uomo e una donna, attraverso una potentissima lobby gay dall'influenza tentacolare. Una visione bizzarra che ha sollevato proteste da tutti i capi religiosi europei. Papa Francesco ha ripetuto che con Kirill i rapporti sono «molto buoni», anche se si rammarica «che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, programmato per giugno a Gerusalemme. La nostra diplomazia - ha detto il Papa - ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione».

 

In ogni caso il rischio, paventato da Mosca, che l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato e avrebbe così potuto mettere a rischio la sicurezza della Russia non giustifica la guerra scatenata da Vladimir Putin. «Ogni guerra è anacronistica in questo mondo e a questo livello di civiltà. Ecco perché ho anche baciato pubblicamente la bandiera ucraina. E' stato un gesto di solidarietà con i loro defunti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono perché costretti a fuggire».

La situazione

In questi giorni al dolore immenso per le sofferenze in Ucraina e alla tregua di Pasqua che non si è realizzata per l'evacuazione dei civili di Mariupol, si è acuito il male al ginocchio che ha obbligato il Papa a cancellare tutte le udienze in calendario per domani. Si dovrà sottoporre a controlli al ginocchio destro, ormai danneggiato nelal cartilagine e nelle articolazioni. Sull'aereo che lo riportava a Roma da Malta, ai giornalisti aveva accennato di non essere operabile, con la conseguente prospettiva di limitare al massimo gli spostamenti fisici, le scale, i movimenti bruschi. 

Bergoglio anche nelle ultime settimane aveva gia' dovuto cambiare piu' volte l'agenda, annullare o modificare diversi impegni.  A Pasqua, dalla Loggia di San Pietro davanti alla piazza gremita, Francesco non ha potuto pronunciare tutto il messaggio Urbi et Orbi in piedi e ha dovuto sedersi nel corso della lettura. E anche nelle celebrazioni liturgiche in Piazza San Pietro o nella Basilica vaticana, il Papa non ha piu' partecipato alle processioni introduttive insieme ai cardinali, mentre nella Veglia pasquale ha lasciato che a presiedere la liturgia fosse il cardinale decano Giovanni Battista Re.

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