Papa Francesco accanto alla bandiera del Libano annuncia l'invio del cardinale Parolin a Beirut

Papa Francesco accanto alla bandiera del Libano annuncia l'invio del cardinale Parolin a Beirut
di Franca Giansoldati
Mercoledì 2 Settembre 2020, 11:11 - Ultimo agg. 15:46
3 Minuti di Lettura

Città del Vaticano – «Sono molto contento che ora di nuovo è possibile un incontro personale faccia a faccia nelle udienze generali. Come esseri sociali abbiamo bisogno di una tale immediatezza che fa bene all'anima. Preghiamo il Signore affinché la crisi, per tutta l’umanità, non sia motivo di divisione, ma di unità e solidarietà» ha detto Francesco durante l'udienza, la prima dalla sospensione causata dalla pandemia. Al termine è stata dispiegata una bandiera libanese con l'appello a non abbandonare il Libano nelle fasi della ricostruzione dopo l'esplosione distruttiva della scorsa settimana. Ai leader religiosi libanesi ha chiesto di essere poveri e umili, abbandonando gli interessi particolari, cercando la pace. Infine ha annunciato che il cardinale Pietro Parolin verrà inviato a Beiruth, come suo inviato speciale, per essere vicino al popolo. 

La riflessione sugli effetti sociali, politici, economici portati dal Covid che sta segnando le catechesi del mercoledì è proseguita anche stamattina, stavolta insistendo sul concetto di solidarietà. Una parola un po' logora ha detto il Papa «e persino interpretata male».

Un concetto che però «indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni». 

«Non è solo questione di aiutare gli altri: si tratta di giustizia. L’interdipendenza, per essere solidale e portare frutti, ha bisogno di forti radici nell’umano e nella natura creata da Dio, ha bisogno di rispetto dei volti e della terra» ha spiegato. 

Il Papa ha messo in guardia dalla tendenza a non capire che senza una piattaforma solidale gli effetti della pandemia saranno peggiori. «Costruiamo torri e grattacieli, ma distruggiamo la comunità. Unifichiamo edifici e lingue, ma mortifichiamo la ricchezza culturale. Vogliamo essere padroni della Terra, ma roviniamo la biodiversità e l’equilibrio ecologicon (..) Purtroppo anche oggi può succedere qualcosa di simile. Cade qualche quota del mercato finanziario e la notizia è in tutte le agenzie. Cadono migliaia di persone a causa della fame e nessuno ne parla». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA