L'incognita dell'accordo sul clima, anche la Merkel confida nel 'soft power' del Papa e della Chiesa

l'arrivo in Vaticano di Angela Merkel
l'arrivo in Vaticano di Angela Merkel
di Franca Giansoldati
Venerdì 8 Ottobre 2021, 09:51 - Ultimo agg. 12:25
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Città del Vaticano - Arriva in Vaticano puntuale come al solito, scende svelta dall'auto, con un gesto della mano ordina ad un collaboratore di prendere una vistosa busta bianca che appoggia sul cofano della vettura mentre il rintocco delle campane nel cortile di San Damaso - in sottofondo – offre una sorta di benvenuto ad Angela Merkel. Ad attenderla c'è tutto l'armamentario delle grandi occasioni: il picchetto d'onore delle Guardie Svizzere, i gentiluomini allineati e padre Leonardo Sapienza che per primo fa gli onori di casa scortandola dentro al palazzo apostolico.

Ma quella di ieri è stata molto più di una semplice visita di cortesia per congedarsi dal ruolo di Cancelliera con Papa Francesco, incontrato in tutto già altre sette volte.

Piuttosto è sembrato un palese riconoscimento del soft power della Chiesa cattolica impegnata a far avanzare nel mondo – come sta facendo dal 2015 - quella 'cittadinanza ecologica' raccomandata a tutti gli uomini di buona volontà, contenuta nella enciclica verde Laudato Sì. Una consapevolezza ritenuta necessaria per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico.

Allo stesso tempo la Cancelliera si è mostrata attenta al cammino intrapreso per combattere nella Chiesa la grande piaga della pedofilia, considerando che in Germania la questione resta fonte di lacerazioni fortissime. L'argomento scottante lo ha affrontato di petto nella sede di Civiltà Cattolica - due ore prima dell'incontro con il Papa - assieme al rettore della Gregoriana, padre Nuno da Silva, a padre Antonio Spadaro, spin doctor di Francesco e a padre Hans Zoellner, il gesuita tedesco che ha strutturato il maxi programma mondiale adottato dalle conferenze episcopali proprio per prevenire gli abusi.

Naturalmente con Francesco non è mancato uno scambio di informazioni anche su questo tema, poi l'attenzione si è rivolta alle grandi questioni internazionali e al bisogno di far avanzare il tema della pace legato al dialogo con le religioni. Per 40 minuti Bergoglio e la Merkel hanno parlato a tu per tu, con i rispettivi traduttori e poi si sono scambiati i doni: il Papa le ha regalato le sue encicliche e una formella di bronzo piuttosto kitsch raffigurante la Porta Santa. Lei ha contraccambiato con dei libri su Michelangelo e delle confetture.

Il senso dell'udienza lo ha spiegato lei stessa ad un gruppo di giornalisti tedeschi. «Abbiamo parlato dei problemi del mondo e in particolare della conferenza sul clima di Glasgow che arriva dopo il vertice di Parigi. E per me, devo dire, che è molto, molto importante e incoraggiante che nella Chiesa cattolica questo sia un grande tema e che il Santo Padre personalmente se ne occupi». Praticamente il riconoscimento pubblico della forza del soft power della Chiesa, esattamente come ha fatto di recente anche il segretario generale dell'Onu, Guterrez, così come il premier Draghi e il segretario americano Blinken. La Merkel aggiunge che «per un cambiamento climatico radicale» occorre un «grande lavoro di convincimento e un grande sforzo. E in questo la Chiesa può certamente dare un contributo significativo».

Sulla lotta alla pedofilia, invece, ha spiegato alla stampa di essere convinta che «la verità in materia debba venire alla luce e che il tema degli abusi sui bambini vada affrontato fino in fondo». Il ruolo delle religioni come elemento di peso per decrittare il futuro a livello internazionale è affiorato nel pomeriggio, durante l'incontro di Sant'Egidio al Colosseo dove erano presenti sul palco diversi leader religiosi. Oltre al Papa c'erano l'Imam del Cairo, il patriarca armeno Karekin, il presidente della conferenza dei rabbini europei Pinchas Goldschmidt, Andrea Riccardi, il patriarca Bartolomeo II. Persino durante quel momento Angela Merkel è sembrata affidare a tutti un lascito: «Senza il rispetto dell'altro e di chi la pensa diversamente e che ha altra fede non possiamo vivere nella diversità e in pace; con l'apertura dell'uno all'altro nel dialogo cresce la comprensione reciproca». 

Franca Giansoldati

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