Migranti, l'appello di Papa Francesco: «Siano garantiti i diritti fondamentali»

Migranti, l'appello di Papa Francesco: «Siano garantiti i diritti fondamentali»
di Franca Giansoldati
Domenica 29 Settembre 2019, 11:05 - Ultimo agg. 12:12
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Città del Vaticano – Piazza san Pietro è un mosaico di razze. Tra canti africani si celebra la Giornata del Migrante. Il Papa non fa esplicito riferimento allo jus culturae che in questi giorni sta facendo litigare la politica italiana ma dal sagrato della basilica, durante l'omelia, chiede che «a tutti siano garantiti i diritti fondamentali e la dignità». Poi si spinge oltre a denunciare lo squilibrio esistente tra ricchi e poveri dentro una forbice che si sta facendo sempre più evidentea sotto l'effetto della globalizzazione. E a proposito di globalizzazione il Papa ha di nuovo denunciato che «le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti».

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«Come cristiani non possiamo essere indifferenti di fronte al dramma delle vecchie e nuove povertà, delle solitudini più buie, del disprezzo e della discriminazione di chi non appartiene al “nostro” gruppo. Non possiamo rimanere insensibili, con il cuore anestetizzato, di fronte alla miseria di tanti innocenti. Non possiamo non piangere. Non possiamo non reagire». 

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«Amare il prossimo come sé stessi vuol dire anche impegnarsi seriamente per costruire un mondo più giusto, dove tutti abbiano accesso ai beni della terra, dove tutti abbiano la possibilità di realizzarsi come persone e come famiglie, dove a tutti siano garantiti i diritti fondamentali e la dignità” ha detto il Papa. 

Poi ripensando alla parabola del Ricco Epulone e di Lazzaro, Francesco la ha ritagliata alle nostre società: “Troppo intento a comprarsi vestiti eleganti e a organizzare lauti banchetti, il ricco della parabola non vede le sofferenze di Lazzaro. E anche noi, troppo presi dal preservare il nostro benessere, rischiamo di non accorgerci del fratello e della sorella in difficoltà». 

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Aggiungendo che è impressionante come, a distanza di 28 secoli, «questi ammonimenti conservino intatta la loro attualità. Anche oggi infatti la «cultura del benessere ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza». Parole che il Papa ha già rivolto alla comunità dei fedeli sei anni fa, durante il suo primo viaggio sull'isola di Lampedusa, approdo dei migranti che salpano su barchini dalle coste libiche e tunisine. 

Durante la messa di Pentecoste, quattro mesi fa, piazza san Pietro aveva ospitato una messa simile. La aveva organizzata il Vicariato di Roma assieme a tutte le diocesi laziali ma le adesioni finali erano risultate decisamente sotto le aspettative, la piazza era desolatamente sguarnita anche se il cardinale De Donatis aveva inviato a tutti i parroci e ai vescovi laziali una bella lettera per sollecitarli a partecipare numerosi, dando segno tangibile della voce della Chiesa. 

Il tema dei migranti lungi dall'essere un argomento che accomuna le realtà ecclesiali a livello nazionale, continua a essere fonte di divisioni tra le comunità parrocchiali italiane, soprattutto nel nord Italia. 

Anche stamattina piazza san Pietro non si è riempita e i settori occupati dai fedeli solo arrivano fino all'obelisco. Le assenze sono svistose persino sul sagrato della basilica, soprattutto nel settore riservato ai sacerdoti. 
 

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