Pugno di ferro di Papa Francesco contro l'ala tedesca dei cavalieri di Malta: «la riforma dell'Ordine deve andare avanti»

Pugno di ferro di Papa Francesco contro l'ala tedesca dei cavalieri di Malta: «la riforma dell'Ordine deve andare avanti»
di Franca Giansoldati
Lunedì 13 Giugno 2022, 13:47 - Ultimo agg. 14 Giugno, 10:55
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Città del Vaticano - Papa Francesco con un gesto definitivo ha voluto fine alle lotte intestine dell'Ordine di Malta e allo strapotere dell'ala dei cavalieri tedeschi ed emettere un importante decreto. «Purtroppo nuovi eventi e circostanze sembrano quasi voler impedire all'Ordine di San Giovanni Battista di compiere il necessario cammino di rinnovamento nella fedeltà al carisma originario. La prematura scomparsa di Frà Marco Luzzago, oltre a determinare l'arresto temporaneo del processo di riforma, rischia di accentuare ancora di più le tensioni tutt'ora esistenti». 

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Così alla vigilia del funerale di Luzzago – morto improvvisamente per una emorragia cerebrale – ha nominato per la carica vacante l'avvocato canadese John Dunlap, Luogotenente di Gran Maestro, con il compito di traghettare velocemente l'ordine cavalleresco più antico del mondo allo spirito iniziale, puntando soprattutto sulla crescita religiosa e riformandolo radicalmente in modo da evitare che possa diventare una sorta di grande Ong, maggiormente incline a fare quattrini che non a diffondere il Vangelo. «Ogni questione relativa alla interpretazione o alla applicazione del presente decreto dovrà essere sottoposta al delegato speciale e da lui autoritativamente risolta” si legge nel decreto che è stato diffuso oggi a tutti i membri dell'ordine. 

Spetterà a Dunlap fare approvare la costituzione che riformerà l'Ordine da cima a fondo e da lì procedere con l'iter previsto per un nuovo governo interno e l'elezione del nuovo Gran Maestro, carica vacante dopo la morte 

Il braccio di ferro interno iniziato dieci anni fa ha logorato alle fondamenta l'Ordine.

Al centro della contesa c'è il nodo delle riforme. La bozza di Carta costituzionale elaborata in questi anni dal gruppo di lavoro guidato dal cardinale Silvano Tomasi, fedelissimo del Papa, ha tenuto conto delle modifiche necessarie a garantire maggiore peso ai cavalieri professi, vale a dire a coloro che emettono i voti perenni di povertà, obbedienza e castità, e che si ispirano al Magistero della Chiesa (e non sono necessariamente provenienti dalla aristocrazia). E' su di loro che dovrebbe poggiare il futuro. Ma questa bozza di riforma però non è mai stata digerita dall'ala tedesca, composta da uno zoccolo duro di cavalieri che – per sintetizzare - fa capo all'attuale Gran Cancelliere, Albrecht Von Boeselager. Una fazione ininterrottamente al comando da vent'anni che vorrebbe svuotare la figura del Gran Maestro degli attuali poteri, ridimensionandolo, così come togliere peso ai cavalieri professi.

Due visioni contrastanti che hanno portato Boeselager, alcuni mesi fa, a forzare la mano e ad inviare una lettera a tutti i cavalieri nel mondo per denunciare il tentativo in atto di depotenziare la sovranità dell'Ordine di Malta. Il busillis giuridico è finito sul tavolo del Papa e risolto, carte alla mano, con la consultazione di documenti storici e diplomatici. L'Ordine di Malta - è stato detto - non è uno stato sovrano come potrebbe essere San Marino, ma è e resta un ordine religioso, canonicamente dipendente dalla Santa Sede, dotato di «prerogative sovrane» riconosciute internazionalmente per svolgere le missioni umanitarie nel mondo. 

 La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e ha fatto perdere la pazienza a Bergoglio è stata la famosa lettera a tutti i cavalieri mandata da Boeselagher e volta a seminare dubbi e rallentare il corso delle riforme spirituali ormai in dirittura d'arrivo. Egli sosteneva che la revisione rischiava di indebolire la sovranità e che andava a contraddire la stessa rassicurazione papale. Cosa ovviamente non vera, al punto che il cardinale Tomasi a sua volta era stato costretto a smentirlo, scrivere una spiegazione e confortare i cavalieri che il lavoro svolto dalla commissione non metteva in discussione la sovranità dell'Ordine. «Anzi, sarà totalmente preservata» scriveva. 

La stella di Boeselager ormai calante, ha cominciato ad appannarsi alcuni anni fa, quando, con un colpo di mano, il nobiluomo tedesco aveva contribuito a far disarcionare dal Papa l'ex Gran Maestro Festing, un cavaliere inglese morto l'anno scorso in esilio in Gran Bretagna. Festing aveva chiesto a Boeselager di farsi da parte poiché aveva agito contro la linea del Magistero della Chiesa autorizzando la distribuzione di profilattici in zone di guerra assieme ad altri aiuti umanitari. Il Gran Maestro aveva aperto una indagine interna. In tutta risposta Boeselager, invece, di fare un passo indietro e obbedire, forte dei rapporti che all'epoca aveva in Vaticano, riuscì ad avere la meglio. Ma più che la questione dei profilattici (la cui distribuzione nelle zone di guerra era stata decisa da Boeselager) a determinare la congiura di palazzo costata l'allontanamento di Festing, sarebbe stata una strana eredità milionaria sulla quale Festing - prima di accettarla -  voleva vederci chiaro e per questo aveva deciso di intraprendere delle indagini. Era convinto che quei 130 milioni di euro lasciati in eredità all'Ordine di Malta da un nobiluomo francese sconosciuto, Jehan Du Tour (secondo alcuni una figura mai esistita, solo un nome de plume) in realtà nascondessero affari illeciti e addirittura un riciclo di denaro. Un mistero fitto – uno dei tanti – che è in seguito stato lasciato cadere per non complicare troppo le cose. Fino all'uscita di scena di Festing e arrivare all'incasso dell'eredità segreta. 

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