Vaticano, abusi sui chierichetti: sotto accusa ente della diocesi di Como per «mancata vigilanza»

Vaticano, abusi sui chierichetti: sotto accusa ente della diocesi di Como per «mancata vigilanza»
Vaticano, abusi sui chierichetti: sotto accusa ente della diocesi di Como per «mancata vigilanza»
di Franca Giansoldati
Martedì 27 Ottobre 2020, 18:26
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Città del Vaticano – Negligenze. Mancata vigilanza. E' nella seconda udienza del processo in Vaticano sulle presunte violenze sessuali che sarebbero avvenute di notte, nelle stanze dei ragazzi, all'insaputa dei responsabili, che è stato chiamato in giudizio il Preseminario San Pio X e l’Opera Don Folci. Una importante istituzione – incardinata nella diocesi di Como – e alla cui gestione è affidato il collegio dove vivono e studiano una ventina di ragazzini, a due passi da Santa Marta, dentro lo Stato della Città del Vaticano. La vittima – un ex studente all'epoca minorenne – ha citato in giudizio due sacerdoti: il primo è don Gabriele Martinelli, imputato nel processo assieme a don Enrico Radice, all'epoca dei fatti rettore del Preseminario. 

La parte civile ha chiamato in causa il Preseminario e l'Opera don Folci, per «mancata vigilanza e grande negligenza nel controllo di questa istituzione», ha detto l'avvocato della vittima.

Il Tribunale ha accolto questa istanza. La diocesi di Como, dalla quale dipende l'Opera di Don Folci, al momento resta tecnicamente fuori da questa vicenda complicata, iniziata con la denuncia della vittima alcuni anni fa, denunciando uno spaccato di abusi, plagi, violenze psicologiche, morbose attenzioni. Tutto ora verrà passato a setaccio. 

Il presunto molestatore, don Martinelli, 28 anni, è stato accusato di aver usato violenza e abusando della sua autorità e approfittando delle relazioni di fiducia in qualità di tutore delle attività dei seminaristi, ha costretto la vittima - L.G. 27 anni - a subire rapporti carnali, atti di sodomia, masturbazione su se stesso e sul ragazzo, in diversi tempi e luoghi nello Stato della Città del Vaticano, financo nella sacrestia di san Pietro.

Le violenze sarebbero avvenute dal 2007 al 2012 quando entrambi, vittima e abusatore, erano minorenni. L'altro sacerdote – don Radice – nato nel 1949, all'epoca dei fatti era il rettore della struttura. È accusato di avere più volte aiutato Martinelli ad eludere le investigazioni, dopo reati di violenza carnale e libidine. In particolare in una lettera datata 3 ottobre 2013 e indirizzata al vescovo di Como, Diego Attilio Coletti, smontava la denuncia di L.G. contro Martinelli, parlando di “fumus persecutionis”. Un accanimento personale, forse dovuto a screzi tra ragazzi. Non solo. Avrebbe anche inviato una falsa lettera (a nome del vescovo, su carta intestata della Diocesi di Como) per annunciare l’imminente ordinazione sacerdotale di Martinelli (ordinazione poi avvenuta). La lettera in questione, però, è stata disconosciuta dal vescovo.

La vittima, L.G., si è costituito parte civile, secondo l’art. 54 del Codice di procedura penale adottato in Vaticano. Attraverso il suo avvocato difensore, Dario Imparato, ha presentato un’istanza di citazione in giudizio del Preseminario San Pio X e dell’Opera Don Folci alla cui gestione è affidato il Preseminario.

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