Vaticano, nove anni con due Papi hanno cambiato le dinamiche del potere, un libro spiega perchè

Vaticano, nove anni con due Papi hanno cambiato le dinamiche del potere, un libro spiega perchè
di Franca Giansoldati
Lunedì 25 Aprile 2022, 16:28 - Ultimo agg. 26 Aprile, 10:26
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Città del Vaticano – Nove anni di convivenza in Vaticano tra i due Papi hanno finito per alterare inevitabilmente le dinamiche del potere nella Chiesa. La situazione inedita ha finito per sollevare una domanda cruciale per il futuro: se ci saranno altri pontefici emeriti come vanno inquadrati? Il fatto è che finora le rispettive sfere di influenza - di Ratzinger e di Francesco - hanno inciso nelle vicende che si sono sviluppate dentro e fuori le Mura Leonine, a cominciare dalla crescente resistenza ai cambiamenti di una vasta e ramificata parte di fedeli che si è stretta attorno al Teologo Ratzinger, trovando in lui un faro. Di contro, invece, chi immaginava una accelerazione ai processi di rinnovamento in corso, si è riconosciuta nell'impronta nuova dell'attuale pontefice facendo quadrato. Passaggio dopo passaggio, spesso a dispetto dei protagonisti, questa evoluzione si è fatta stridente. «Il Monastero nel quale vive Ratzinger ha assunto sempre più, senza volerlo né cercarlo, il ruolo di parafulmine delle tensioni e dell'accerchiamento che insidiano il papato di Francesco e la bolla di popolarità gonfiatasi attorno a lui. E resistente nonostante la sua personalità sfaccettata ed enigmatica» è la buona sintesi fatta da Massimo Franco attraverso una dettagliata e obiettiva radiografia degli effetti prodotti da questi due poli, tra strappi, riforme «visionarie e un po' caotiche» e cambiamenti sostanziali.

Il documentato saggio dal titolo: «Il Monastero.

Benedetto XVI, nove anni di papato-ombra» (Solferino, pp 288, 15,90 euro) unisce tasselli noti ma finora scollegati tra loro, in modo da ottenere un mosaico uniforme. Le interviste, le testimonianze, le indiscrezioni o le confidenze hanno permesso di far capire le correnti che si sono intrecciate.

Il peso di Ratzinger - sebbene non più regnante - ha spesso sovrastato queollo del suo successore fino a far diventare il Monastero nel quale vive - con alcune suore e un segretario personale - un luogo di riferimento per le persone “ferite” da Francesco. Col tempo si è prodotta una sorta di “lobby del Papa emerito” anche se Benedetto personalmente non ha mai voluto incoraggiare.

Dall'altra parte, a Santa Marta, l'hotel vaticano scelto da Francesco come sua residenza ufficiale, si è cristallizzato un centro di potere simile a una corte, frequentato da amici di vecchia data, gesuiti, confidenti. In Vaticano lo chiamano il 'cerchio magico' perchè capace di influenzare e, al tempo stesso, isolare Francesco. Santa Marta - «percorsa da intrighi» -, scrive Franco, è «la trasfigurazione di non uno ma di due pontificati, delle loro contraddizioni speculari, incognite palpabili che lo scontro tra fazioni ecclesiastiche conferma e dilata, senza permettere ne di comprenderle né di risolverle».

Il cardinale Gerhard Mueller, fino al 2017 prefetto della Congregazione per la Fede e liquidato per far posto al gesuita Ladaria, ugualmente preparato teologicamente ma certamente più malleabile e disposto a trovare compromessi, ha spiegato che i problemi sul tavolo si sono accumulati in questi anni anche a causa di questa dicotomia. A cominciare dalla spaccatura della Chiesa in Germania «dove esiste un gruppo di progressisti che va avanti per la sua strada. E le premesse di uno scisma ci sono». Mueller definisce «il cerchio magico del Papa», una «cerchia pericolosa», «gente che non ragiona politicamente, non teologicamente. Non sanno nulla del Concilio. E spingono Francesco a cancellare persino dall'Annuario pontificio il titolo di Vicario di Cristo, declassandolo a titolo storico senza valore».

Mueller ripete che il magistero papale non può esistere senza una profonda teologia e buoni consiglieri. Ma chi sono queste persone descritte in modo mediocre dal cardinale Mueller? In cima alla lista indica «Victor Fernandes, vescovo della Plata, uno che ha fatto una tesi dottorale sulla teologia del bacio nell'antico testamento. Il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. Tutti teologi della domenica, dilettanti».

Il cardinale tedesco racconta anche che parlare solo di immigrazione, come fanno loro, è fare sociologia. «La vera pastorale in senso teologico è predicare il Vangelo, celebrare i sacramenti e consigliare le persone nei problemi quotidiani». Il saggio di Massimo Franco è un vero e proprio "viaggio", anche fisico, in quel luogo lontano dal mondo ma di fatto nel cuore del Vaticano, nel quale ha scelto di vivere Benedetto. Un viaggio che mette a nudo i nervi scoperti e cerca capire cosa ci sarà all'orizzonte in futuro: una collina degli emeriti?

Infine dal cardinale tedesco un giudizio al vetriolo su quello che si sta consumando nelle aule di giustizia, al di là del Tevere, dove è in corso da ormai un anno il processo per il famoso palazzo di Londra. Mueller non usa mezzi termini sul fatto che la giustizia in Vaticano ormai è qualcosa di elastico e non più codificato: «Ma come si fa a celebrare un processo in Vaticano contro un cardinale? E dopo che il Papa ha già stabilito la pena prima del giudizio, togliendogli il cardinalato? Mi pare che lo standard giuridico europeo sia distorto dalla mentalità latino-americana. Noi in Europa abbiamo studiato Montesquieu e la divisione dei poteri, lì no...Comunque vada a finire, sia che si faccia il processo, sia che non si faccia. Sia che Becciu sia assolto, sia che lo condannino, alla Chiesa arriveranno solo veleni e fango.»

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