Papa Francesco all'Europa: «Ora collaborazione tra le forze politiche, basta cultura dell'odio»

Papa Francesco all'Europa: «Ora collaborazione tra le forze politiche, basta cultura dell'odio»
di Franca Giansoldati
Venerdì 31 Maggio 2019, 14:30 - Ultimo agg. 15:17
3 Minuti di Lettura

Bucarest (Romania) – «Abbiamo bisogno di aiutarci a non cedere ale seduzioni di una cultura dell'odio».  Da Bucarest, a pochi giorni dal voto europeo, Papa Francesco parla del destino comune, rivolgendosi non solo alla Romania ma a tutto il resto del continente. «Per affrontare i problemi in questa nuova fase storica, per individuare soluzioni efficaci e trovare la forza di applicarle, occorre fare crescere la positiva collaborazione delle forze politiche, economiche, sociali e spirituali» dice. Un messaggio che va oltre i confini nazionali e vuole essere diretto a tutti, anche ai sovranisti.

«Bisogna camminare assieme». Il concetto lo ripete più volte nei tre incontri che sono in programma nella sua prima giornata di visita. Per le strade di Bucarest non c'è tanta gente ad accoglierlo, le grandi folle che si erano riversate per le strade nel 1999, quando arrivò Giovanni Paolo II in Romania, hanno lasciato spazio ad una sorta di disinteresse, di indolenza, di freddezza da parte della gente. Si tratta di una reazione fisiologica. Il crollo del Muro di Berlino e del regime di Ceausescu è un capitolo ormai accantonato, persino nell'immaginario collettivo. Ora si guarda avanti, e i modelli di riferimento sono altri, la ricerca del benessere, dello sviluppo vicino agli standard degli altri paesi europei.

E' in questo contesto che è nato il fenomeno dell'emigrazione. Una massiccia partenza di giovani e di forze vitali. Nel discorso alle autorità romene a Bucarest, il Papa riconosce «che sono coinvolti diversi milioni; persone che hanno lasciato la Patria per cercare nuove opportunità di lavoro e di vita dignitosa». Il fenomeno non è indolore per la Romania e sta creando numerosi contraccolpi interni, perchè nell’arco di pochi anni il numero di paesi e cittadine, inclusa la capitale, è drasticamente diminuito, si è quasi dimezzato.

Spesso a partire sono giovani famiglie che lasciano soli in patria gli anziani genitori oppure a emigrare è uno solo o entrambi i giovani coniugi che poi affidano i figli ai parenti o li abbandonano. Il Pontefice ha quindi reso omaggio «ai sacrifici di tanti figli e figlie della Romania che, con la loro cultura, il loro patrimonio di valori e il loro lavoro, arricchiscono i Paesi in cui sono emigrati». In Romania Francesco rimarrà fino a domenica e visiterà anche altre regioni, tra cui la Transilvania. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA