Papa Francesco parte per il Regno del Bahrein, ecco perché vuole tornare di nuovo nel Golfo

Papa Francesco parte per il Regno del Bahrein, ecco perché vuole tornare di nuovo nel Golfo
Papa Francesco parte per il Regno del Bahrein, ecco perché vuole tornare di nuovo nel Golfo
di Franca Giansoldati
Mercoledì 2 Novembre 2022, 21:01
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Città del Vaticano – Un viaggio simile fino a qualche anno fa, sarebbe stato inimmaginabile, soprattutto per le circostanze. Papa Francesco mette piede nel ricchissimo regno del Bahrein, un'arcipelago formato da 33 isole davanti all'Arabia Saudita, dove è appena stata inaugurata, in mezzo al deserto, la più grande cattedrale cattolica di tutto il Golfo e dove gli Stati Uniti hanno una delle più grandi basi militari della zona. Quando fu consacrata, lo scorso dicembre, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle la definì «un'oasi di grazia vivente», anche se esisteva già una piccola chiesa edificata nel 1939. I cristiani sono appena 80 mila – soprattutto immigrati filippini e indiani - su una popolazione di un milione e duecento mila persone, e godono di una relativa libertà di culto e non sono perseguitati, diversamente da quello che viene riservato ai musulmani sciiti.

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La minoranza sunnita (24%) alla quale appartiene la classe dirigente e la casa reale, oltre a detenere il potere esercita pesantissime discriminazioni nei confronti della maggioranza sciita accusata di essere teleguidata dall'Iran e di rendere instabile tutta la regione.

Nel 2011 - sull'onda della Primavera Araba - ci sono state estese manifestazioni di protesta in tutto il regno. La cosiddetta Rivolta delle Perle - animata da sciiti – era nata per chiedere giustizia e democrazia. La rivolta è stata però repressa nel sangue con il sostegno dei militari sauditi ed emiratini (anch'essi sunniti). In quel contesto vennero  distrutte diverse moschee sciite e i rivoltosi finirono in prigione con l'accusa di terrorismo e di essere fomentati dal Teheran, nemico acerrimo del regno del Bahrain e del re Hamad Bin Isa al Khalifah. La comunità sciita spera che Papa Francesco possa farsi latore di un messaggio presso il Re per la liberazione di diversi prigionieri.

Il Paese ha un’importanza strategica negli equilibri politici della regione: non solo per la sua collocazione geografica nello Stretto di Hormuz, attraverso cui passa il 20% del petrolio mondiale, ma perchè ospita una delle più grandi basi navali americane. In questo contesto è maturata la normalizzazione dei rapporti diplomatici con Israele nel settembre 2020 con la firma degli Accordi di Abramo - mediati dagli Stati Uniti sotto l’Amministrazione Trump - ai quali hanno aderito anche gli Emirati Arabi Uniti, l'Egitto, il Marocco. 

 

Papa Francesco sarà ospite personale del re Hamad Bin Isa al Khalifa e sarà alloggiato in un edificio reale. La ragione principale di questa visita di quattro giorni (il 6 novembre è previsto il ritorno a Roma) è costituita dal forum sul dialogo delle religioni che il re del Bahrain promuove periodicamente per incentivare i rapporti tra le diverse fedi (salvo poi perseguitare sistematicamente gli sciiti). Il 4 novembre, Papa Francesco concluderà il Bahrain Forum For Dialogue: East and West for Human Coexisttence” poi, in quella cornice, ci sarà anche un incontro con Al Tayyeb, il Grande Imam della università di al Azhar, il maggiore centro teologica sunnita situato al Cairo. Si tratta del loro sesto incontro e tra i due si è ormai stabilita una buona intesa umana tanto che si chiamano reciprocamente “fratelli”, si abbracciano, si telefonano e si scambiano informazioni. Con Al Tayyeb è stata siglato nel 2019, negli Emirati Arabi, l'intesa sulla Fratellanza. Un documento vaticano che rafforza il dialogo con l'Islam e neutralizza – in prospettiva - i rischi di uno scontro tra civiltà. All'interno della Chiesa questo documento è stato a lungo criticato per avere tralasciato la dichiarazione Dominus Jesus, licenziata dall'allora Papa Benedetto XVI, con la quale si ribadiva l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa.

Francesco sarà il primo pontefice della storia a visitare il Bahrain nella speranza di consolidare i legami con l'Islam. Il pontefice ha fatto dell'avvicinamento alle comunità musulmane una priorità durante il suo pontificato, visitando diversi Paesi mediorientali. Giordania, Turchia, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Bangladesh, Marocco, Iraq e più recentemente, a settembre, il Kazakistan

Nel programma ufficiale è previsto anche un incontro con “Il Consiglio Islamico degli Anziani”, stabilito nel 2014 per promuovere la pace nella comunità musulmana. 

Il Papa celebrerà anche una messa in uno stadio della seconda città del Bahrein, Riffa, davanti a 28.000 fedeli. Lì è prevista una omelia in lingua spagnola per andare incontro ai molti immigrati. 

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