Papa Francesco parla con il patriarca Kirill: gelo sulla guerra giusta (e affiorano altre divergenze)

Papa Francesco telefona al patriarca Kirill, gelo sulla guerra giusta (e affiorano altre divergenze)
Papa Francesco telefona al patriarca Kirill, gelo sulla guerra giusta (e affiorano altre divergenze)
di Franca Giansoldati
Mercoledì 16 Marzo 2022, 17:36 - Ultimo agg. 20:17
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Città del Vaticano - Piccoli (molto piccoli) segnali di disgelo tra il Vaticano e il Patriarcato di Mosca, dopo un muro di incomprensioni dovuto alle diverse posizioni assunte sulla guerra in corso, tra aggredito e aggressore. All'indomani dell'annuncio di Papa Francesco di voler consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, proprio come fecero i suoi predecessori per la conversione dei russi e (per combattere l'ateismo comunista che allora esisteva in Russia), il patriarca Kirill ha avuto un colloquio telematico con Papa Francesco. A questa conversazione (richiesta da Papa Francesco) ha partecipato anche il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e il capo del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, il cardinale Kurt Koch. Le divergenze su quella che è la pace giusta (e soprattutto la guerra giusta, almeno secondo la visione del Patriarcato nazionalista e legato a doppio filo con Putin) restano tutte.

Per prima cosa il comunicato diffuso da Mosca spiega che il patriarca Kirill ha manifestato «soddisfazione per la possibilità di organizzare un colloquio». Informa che avuto luogo una discussione dettagliata della situazione sul suolo ucraino. Particolare attenzione è stata rivolta poi agli aspetti umanitari «dell'attuale crisi e alle azioni della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana per superarne le conseguenze».

Il Patriarcato sottolinea «l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso» esprimendo «speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta». Papa Francesco e il patriarca Kirill hanno discusso anche di alcune questioni attuali della cooperazione bilaterale. 

Non è stato specificato cosa intenda il patriarcato di Mosca per pace giusta, visto che solo ieri l'altro era nella basilica di San Salvatore a Mosca a benedire un generale e incoraggiare i soldati a fare presto per una rapida vittoria. Solo più tardi anche il Vaticano ha commentato l'avvenuta conversazione tra Roma e Mosca. 

Per il Papa la Chiesa «non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù. Siamo pastori dello stesso Santo Popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco».

Entrambi hanno sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso perché, ha detto il Papa che chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore.

«Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace». Papa Francesco, secondo quanto diffuso dal Vaticano, ha anche fatto presente a Kirill (che anche due giorni fa ribadiva che il conflitto ucraino ha come scopo quello di arginare il male dell'occidente) che le guerre «sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra».

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