Il Papa lancia l'allarme per il turismo sessuale e per i migranti, «fenomeno drammatico»

Il Papa con la cugina suor Ana Rosa Sivori
Il Papa con la cugina suor Ana Rosa Sivori
di Franca Giansoldati
Giovedì 21 Novembre 2019, 07:42
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Bangkok (Thailandia) - Anche dalla Thailandia, nel suo primo discorso pronunciato davanti alle autorità, il Papa torna a denunciare la drammaticità del fenomeno migratorio e, contemporaneamente, lancia l'allarme sul «flagello» del turismo sessuale.

Il primo punto che affronta sono i migranti. «La crisi migratoria non può essere ignorata» dice facendo riferimento al fatto che la Thailandia ha ospitato in passato profughi cambogiani e ora offre rifugio a quelli del Myanmar, attualmente concentrati nei campi nel nord del Paese. Il governo offre ai rifugiati tre opzioni, o il rimpatrio nei paesi di origine, o l'integrazione o lo spostamento in paesi terzi. Dal 2005 ad oggi sono stati mandati negli Usa, Canada e Australia 90 mila persone, secondo i dati forniti dall'agenzia delle Nazioni Unite.

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Il Papa riconosce tuttavia alla Thailandia il merito di avere accolto flussi di migranti dovuti «alla tragica fuga dai paesi vicini. Auspico - ha detto - che la comunità internazionale agisca con responsabilità e lungimiranza, per risolvere i problemi che portano a questo tragico esodo e promuovere una migrazione sicura, ordinata e regolata». Francesco ha chiesto inoltre che vengano protetti i migranti, visto che affrontano «pericoli, incertezze e sfruttamento nella ricerca della libertà e di una vita degna per le proprie famiglie. Non si tratta solo di migranti, si tratta anche del volto che vogliamo dare alle nostre società».

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Il secondo grande tema che Papa Francesco affronta è relativo alla piaga del turismo sessuale. Lo definisce un «flagello». In questo senso «penso a quelle donne e a quei bambini che sono particolarmente feriti, violentati ed esposti ad ogni forma di sfruttamento, schiavitù, violenza e abuso». 

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Si calcola, secondo i dati dell'Onu, che la Thailandia abbia più di 120 mila lavoratori sessuali, di cui almeno il 40% con meno di 18 anni, sia bambini che bambine. I bambini sfruttati sono anche profughi cambigiani, laotiani, del Myanmar o del Vietnam. 















 

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