Papa Francesco nomina Pignatone al Vaticano: sul suo tavolo i dossier scottanti

Papa Francesco nomina Pignatone al Vaticano: sul suo tavolo i dossier scottanti
di Franca Giansoldati e Valentina Errante
Venerdì 4 Ottobre 2019, 08:39 - Ultimo agg. 09:50
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CITTÀ DEL VATICANO La scelta non può essere casuale. Giuseppe Pignatone, capo della procura di Roma fino allo scorso maggio, magistrato di altissimo profilo e protagonista di inchieste scomode, sarà il nuovo presidente del Tribunale Vaticano. La nomina, voluta da Papa Francesco, mentre un altro scandalo travolge lo Ior, ha un significato chiaro sul corso che il Pontefice intende imporre alla banca Vaticana. E sulla nuova immagine di legalità. Pignatone è un simbolo. Siciliano, classe 49, in magistratura da 45 anni, non avrà un ruolo da inquirente, quello che ha svolto durante tutta la sua lunga carriera, occupandosi soprattutto di mafia e ndrangheta, prenderà il posto di Giuseppe Dalla Torre, già presidente della Corte nei due processi Vatileaks.

Papa Francesco arruola Pignatone al Tribunale vaticano come presidente

L'INCHIESTA VA AVANTI
Di Ior, da capo dei pm di Roma, Pignatone, si è già occupato. Intanto l'inchiesta sulle operazioni finanziarie che coinvolgono gli uffici della Segreteria di Stato e dell'Aif, l'authority anti-riciclaggio, va avanti. Le coordina il promotore di giustizia Giampiero Milano e il procuratore aggiunto Alessandro Diddi, un avvocato che Pignatone conosce bene. Era il legale di Salvatore Buzzi nel processo al Mondo di mezzo. Sugli accertamenti che hanno provocato l'ultimo scandalo, il nuovo presidente del Tribunale potrebbe pronunciarsi tra qualche mese, nel caso in cui si arrivasse a un giudizio. «Ringrazio il Papa per la fiducia che mi onora e mi commuove» ha detto il magistrato a Tv2000. «Spero di poter dare un contributo frutto della mia esperienza di professionalità molto variegate. Da parte mia ci sarà il massimo impegno. Cominceremo a lavorare in tempi brevi». Ma la sua nomina racconta già tanto di quello che Francesco vorrebbe accadesse.

L'inchiesta sulla disastrosa gestione del patrimonio immobiliare estero della Segreteria di Stato - che ha portato sotto indagine cinque funzionari - sembra avere mandato in tilt l'intero sistema. Lo choc deve essere stato grande, anche per il clamore suscitato. L'Osservatore Romano ha condannato con parole durissime la gogna mediatica, dimenticando di annotare che la diffusione delle fotografie degli indagati - un sacerdote e quattro laici - è opera della Gendarmeria che due giorni fa ha diramato a tutte le amministrazioni uno strano provvedimento, con tanto di fotografie segnaletiche, corredate da nomi e cognomi. Nonostante tutto qualcosa comincia però a trapelare. Il periodo messo sotto la lente d'osservazione pare circoscritto solo alle operazioni effettuate dai funzionari negli ultimi 12 mesi. Un periodo breve nel quale era già entrato in funzione il nuovo Sostituto alla Segreteria di Stato, il venezuelano Pena Parra. I funzionari indagati alcuni dei quali titolari, per conto dell'amministrazione vaticana, di società avrebbero eseguito ordini ricevuti dai superiori. Ora spetterà agli inquirenti fare gli accertamenti del caso e stabilirne le responsabilità effettive. Nel frattempo agli indagati sono stati sequestrati computer, telefono, passaporto e bloccati i conti correnti. Misure draconiane. L'inchiesta è partita da una segnalazione del segretario generale dello Ior, Mammì, un funzionario molto legato a Papa Francesco dai tempi di Buenos Aires.

SOSPETTI SULLE MINUSVALENZE
E' stato lui ad avere informato il pontefice di movimenti finanziari e minusvalenze enormi, tali da sollevare sospetti fino a far partire la denuncia. In pratica non si era mai visto lo Ior fare le pulci alla Segreteria di Stato, fino ad arrivare allo scontro attuale, tenendo conto che la Segreteria è l'organo di più stretta emanazione dei pontefici, ma con Francesco le vecchie regole sono saltate. «La vicenda sta a testimoniare che le nuove leggi del Vaticano sono applicate e che gli organismi di controllo, di revisione e gli stessi organismi controllati sono in grado di segnalare alla magistratura eventuali anomalie chiedendo che venga fatta chiarezza» riferisce l'Osservatore. Papa Francesco l'altra sera ha avuto un lungo colloquio con il cardinale Angelo Becciu, ex sostituto e ora alla Congregazione dei Santi che ha incoraggiato ad andare avanti.

 

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