Reddito di cittadinanza, la Caritas denuncia: arriva solo al 44% di chi è in povertà assoluta

Reddito di cittadinanza, la Caritas denuncia: arriva solo al 44% di chi è in povertà assoluta
Reddito di cittadinanza, la Caritas denuncia: arriva solo al 44% di chi è in povertà assoluta
Lunedì 17 Ottobre 2022, 13:10 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 18:25
3 Minuti di Lettura

Città del Vaticano - La povertà che si eredita, l'ascensore sociale "rotto da tempo", il reddito di cittadinanza che arriva solo al 44% di persone in povertà assoluta. La Caritas ha erogato nel 2021 quasi un milione e mezzo di interventi. Tre quarti degli aiuti riguardavano la spesa alimentare e circa il 5% di sussidi per il pagamento di affitti e bollette. A causa dei rincari da transizione energetica la situazione generale è destinata a diventare molto più difficile. 

Il rapporto della Caritas stima vi siano 1 milione 960mila famiglie in povertà assoluta, pari a 5.571.000 persone  che sono il 9,4% della popolazione residente.

L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10%) mentre scende significativamente nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%). Tra il 2020 e il 2021 la povertà è cresciuta più della media nelle famiglie con almeno 4 persone, con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni. le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. 

I livelli di povertà

I livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori, ovvero quasi 1,4 milioni di bambini e  ragazzi, scende all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni e all’11,1% per la classe 35-64 anni, mentre scende al 5,3% per gli over 65. Gli immigrati tornano ad essere la maggioranza degli assistiti dalle Caritas parrocchiali le quali hanno ricevuto quasi l’8% in più di richieste di aiuto nel 2021. 

Uomini e donne e sono la metà esatta degli assistiti mentre l’età media è quasi di 46 anni. Spesso sono “equilibristi” che per i lavori precari entrano ed escono dallo stato di bisogno. E’ cresciuta rispetto al 2020 l’incidenza degli stranieri, il 55% a livello nazionale con punte del 65,7% e del 61,2% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est dove la presenza degli immigrati è superiore e la vita è più cara. Nel Sud e nelle Isole prevalgono gli assistiti italiani, rispettivamente il 68,3% e il 74,2% dell’utenza. 

E nell’Italia dove la mobilità sociale è ferma da molti anni, oltre ad esserci sempre più minori in stato di indigenza, la povertà è diventata ereditaria come conferma una ricerca intergenerazionale sui beneficiari. Sono infatti i figli delle persone meno istruite a interrompere gli studi prematuramente. Al contrario tra i figli di laureati, oltre la metà arriva a un diploma superiore o alla laurea. Più del 70% dei padri degli assistiti risulta occupato in professioni a bassa specializzazione mentre 7 madri su 10 sono casalinghe. Circa un figlio su cinque ha mantenuto la stessa posizione occupazionale dei padri e il 42,8% ha invece sperimentato addirittura una mobilità discendente.

«L'ascensore sociale è guasto, è rotto da tempo - e pochi sono interessati ad aggiustarlo - ha denunciato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, intervenendo alla presentazione del Rapporto della Caritas italiana a Roma -. Il problema- non è soltanto cercare di fare quello che si può, ma bisogna fare quello che serve, quello che si deve, quello che ci viene chiesto, quello che è necessario per rispondere alle tante domande».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA