Ogongo, il capo delle Sardine romane arrivato in Italia grazie ai missionari

Ogongo, il capo delle Sardine romane arrivato in Italia grazie ai missionari
di Franca Giansoldati
Martedì 10 Dicembre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 09:23
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Roma – Un gesuita di peso come padre Bartolomeo Sorge, storico direttore di Aggiornamenti Sociali, ha recentemente paragonato il movimentismo delle sardine alla forza dei primi cristiani. Un implicito riferimento al fatto che anche allora nessuno riusciva a legarli, benché perseguitati. Qualcuno ha giudicato il paragone un po' azzardato ma di fatto l'endorsement inaspettato è quasi una benedizione per il movimento che si sta coagulando attorno all'idea di una Italia più aperta e multipolare.

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Le sardine che si troveranno a Roma il 14 dicembre un primo effetto lo hanno già ottenuto: il tam tam della possibile piazza piena ha prudentemente indotto la basilica del Laterano ad annunciare che per quel giorno chiuderà i battenti. A farne le spese sono stati i Cavalieri dell'Ordine del Santo Sepolcro che sono stati costretti a far slittare a febbraio la propria solenne cerimonia di investitura. Anche questo segnale fa capire a Stephen Ogongo, il 'capo' delle Sardine romane, che il movimento stavolta è pronto a fare un salto di qualità, a mostrare i muscoli, a raccontare una piazza colorata e, naturalmente, anti-salviniana.

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C'è tanta tenacia dietro questo progetto politico che Stephen, 45 anni, nato in una cittadina del Kenia del Nord, ha perseguito con determinazione. In agosto faceva già le prove generali e diffondeva via web un messaggio per la giornata anti-odio: “mi raccomando, oggi postate sui social solo cose belle”. Stephen Ogongo che punta a portare un milione di persone a san Giovanni è un ottimista nato ma è davvero molto bravo a comunicare messaggi condivisibili. Amore, pace, inclusione, tolleranza. Di mestiere fa il giornalista e lavora per alcuni portali che si occupano di immigrazione.

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 Un settore sul quale ha le idee piuttosto chiare, anche perché conosce le difficoltà che gli stranieri devono affrontare avendole dovute affrontare per primo, 25 anni fa, quando è arrivato in Italia grazie ad una borsa di studio che gli fece avere la parrocchia. I missionari comboniani ricordano che riuscì ottenere un supporto per lo studio perché era particolarmente brillante, grazie all'intervento di padre Kizito Sesana, un missionario molto conosciuto in tutta l'Africa, un po' come padre Zanotelli.

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Probabilmente all'inizio Stephen avrà anche provato una certa discriminazione ma avendo un carattere ottimista non si è perso d'animo e ha trasformato una situazione di svantaggio in una posizione vincente, tanto che la Gregoriana, dove si è laureato in scienze sociali, gli ha offerto il ruolo di professore a contratto nella facoltà di Scienze Sociali. All'ateneo dei gesuiti ha insegnato fino al 2014 linguaggio della stampa.

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Nel frattempo ha fondato il movimento "Cara Italia", che si batte per lo ius soli, è il beniamino di un ampio fronte anti-salviniano e il suo programma è facile da ricordare: make love not war.

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