Il Papa elogia il silenzio dovuto alla pandemia: «Apprezzate l'assenza di rumori e imparate ad ascoltare»

Il Papa elogia il silenzio dovuto alla pandemia: «Apprezzate l'assenza di rumori e imparate ad ascoltare»
di Franca Giansoldati
Martedì 21 Aprile 2020, 10:13
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Città del Vaticano – Elogio del Silenzio. Stamattina Papa Francesco ha dedicato la riflessione del mattino al ritorno - nei centri abitati e nelle città - della dimensione del silenzio. Con la pandemia la quiete ha preso il sopravvento sui rumori di sottofondo che prima erano perennemente attivi, persino nelle ore notturne. Ora le strade sono silenziose, non si sente il brusio, il clacson, il clangore dei tram che passano, lo strombazzare negli ingorghi, il fluire chiassoso di una quotidianità piena di rumore, assordante, spesso fastidiosa.

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Il consiglio del Papa è di sfruttare questa novità che si è palesata nella vita di ognuno per «crescere nella capacità di ascolto». Unendo in un legame inscindibile l'assenza di rumori all'esercizio personale ad accogliere, a prestare maggiore attenzione ai particolari di tutto quello che ci circonda. Papa Bergoglio ha una sorta di fissazione per il silenzio, misurandone i pregi e considerandolo una palestra per migliorare persino i rapporti umani.



Non a caso quasi agli inizi del suo pontificato ha fatto collocare nel Palazzo Apostolico una icona raffigurante la Madonna con l'indice sulle labbra, come stesse ad indicare a non fare rumore,  non parlare, a fare silenzio. Più tardi il Papa ha persino dato la  benedizione ad aprire - in un paesino vicino all'Aquila - un santuario diocesano dedicato alla Madonna del Silenzio per rendere il culto pubblico. A suo parere questa invocazione mariana è capace di frenare i danni della calunnia, del pettegolezzo, del “chiacchiericcio”, come sintetizza mutuando la parola dallo spagnolo.



Il silenzio capace di limitare i mali che distruggono comunità, famiglie e rapporti interpersonali. L'icona piazzata in Vaticano resta un monito per molti monsignori allenati alla pratica della maldicenza, come ha denuncito diverse anche lo scrittore John Cornwell che a suo tempo aveva vivacemente ricapitolato questa attitudine sostenendo che il Vaticano è un villaggio di lavandaie.

La riflessione mattutina stavolta è volata un po' più alta. Il silenzio è inteso come capacità introspettiva e meditativa, una pratica che ha sempre accompagnato tutte le religioni. Buddha meditava sulle sponde del fiume per giorni interi, Maometto nelle grotte del monte Hera, Gesù nell'orto degli ulivi e nel deserto. Senza contare la grande tradizione dei mistici e dei santi, da San Francesco di Assisi, a Sant'Ignazio, a San Benedetto e San Bergardo e poi Santa Edith Stein, Santa Teresa e Santa Caterina, san Giovanni della Croce. Il silenzio ha ossessionato anche scrittori e grandi pensatori.

Pascal ripeteva che la potenza del silenzio lo atterriva. Ogni parola ha conseguenze ma poi è destinata a misurarsi con il silenzio, l'unico spazio dove verificano mutazioni personali importanti. Anche Sartre non aveva dubbi: se le parole hanno conseguenze, anche i silenzi non sono da meno.

Il silenzio resta però una dimensione non sempre bene accolta nella cultura occidentale bisognosa di contenuti per riempire i vuoti. Molto di più, invece, il silenzio è presente in quella orientale. Un belllissimo proverbio arabo invita a parlare solo quando si è sicuri di dire qualcosa più bello del silenzio.

Trovare un luogo completamente silenzioso, però non è facile, nemmeno in un monastero, come l'abbazia della Grande Chartreuse nelle alpi orientali dove è stato ambientato il film Il Grande Silenzio. Secondo gli scienziati il luogo più silenzioso del mondo non è una sperduta valle himalayana o un deserto, ma un freddo laboratorio americano, Orfield Labs di Minneapolis, negli Stati Uniti, dove è stata costruita la camera anecoica più silenziosa del mondo.

Forse lì abita Arpocrate, il dio del silenzio nato con la mitologia egizia e poi passato a quella greca con qualhe piccola variazione. Nel silenzio indubbiamente si ascolta di più e si mettono a fuoco le cose. E forse ha ragione Papa Francesco ad incoraggiare i cristiani ad approfittare di questa parentesi silenziosa per fare un po' di esercizio. Poi tanto nverrà il tempo del rumore.

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