Papa Francesco elogia la tristezza, stato d'animo utile per capire le cose che non vanno della propria vita

Papa Francesco elogia la tristezza, stato d'animo utile per capire le cose che non vanno della propria vita
di Franca Giansoldati
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 12:54
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Città del Vaticano – Cupezza, avvilimento, amarezza sono stati d'animo che vanno accolti, analizzati e trasformati. Sono utili a migliorare se stessi. E' suonata un po' come l'elogio della tristezza l'udienza papale del mercoledì. «È importante imparare a leggere la tristezza. Tutti conosciamo cosa sia la tristezza, ma sappiamo leggerla, sappiamo capire cosa significa per me questa tristezza di oggi?» Papa Francesco si è rivolto ai fedeli presenti in piazza San Pietro continuando a riflettere sulla desolazione. «Nel nostro tempo, essa è considerata per lo più negativamente, come un male da fuggire a tutti i costi, e invece può essere un indispensabile campanello di allarme per la vita, invitandoci a esplorare paesaggi più ricchi e fertili che la fugacità e l’evasione non consentono».

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San Tommaso definiva la tristezza un dolore dell’anima: «come i nervi per il corpo, essa ridesta l’attenzione di fronte a un possibile pericolo, o a un bene disatteso.

Per questo, essa è indispensabile per la nostra salute, ci protegge perché non facciamo del male a noi stessi e ad altri». 

«Sarebbe molto più grave e pericoloso non avvertire questo sentimento», la tesi del Papa, che ha proseguito a braccio: «La tristezza a volte lavora come un semaforo: fermati! Sono triste? C’è qualcosa lì». «Per chi invece ha il desiderio di compiere il bene, la tristezza è un ostacolo con il quale il tentatore vuole scoraggiarci, ha detto il Papa: «In tal caso, si deve agire in maniera esattamente contraria a quanto suggerito, decisi a continuare quanto ci si era proposto di fare. Pensiamo al lavoro, allo studio, alla preghiera, a un impegno assunto: se li lasciassimo appena avvertiamo noia o tristezza, non concluderemmo mai nulla. È anche questa un’esperienza comune alla vita spirituale», ha fatto notare Francesco: «la strada verso il bene, ricorda il Vangelo, è stretta e in salita, richiede un combattimento, un vincere sé stessi. Inizio a pregare, o mi dedico a un’opera buona e, stranamente, proprio allora mi vengono in mente cose da fare con urgenza».

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