Camera Usa riconosce il Genocidio Armeno, risoluzione storica che fa infuriare Erdogan

profughi armeni durante le cosiddette Marce della Morte
profughi armeni durante le cosiddette Marce della Morte
di Franca Giansoldati
Mercoledì 30 Ottobre 2019, 10:17 - Ultimo agg. 11:20
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Città del Vaticano - La decisione era nell'aria da tempo ed è stata accelerata dopo l'attacco della Turchia alla Siria. La Camera americana (a due settimane dalla visita del presidente Erdogan alla Casa Bianca) ha approvato in modo bipartisan - quasi all’unanimità - una storica risoluzione che riconosce per la prima volta il genocidio armeno. In un'altra risoluzione chiede al presidente Donald Trump di imporre sanzioni e altre restrizioni alla Turchia e ai dirigenti di quel paese per l’offensiva nella Siria settentrionale.

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La reazione di Ankara che «rifiuta» la risoluzione sul genocidio armeno e mantiene una posizione totalmente negazionista, non si è fatta attendere. «È un passo politico insignificante - ha detto il capo della diplomazia di Ankara Mevlut Cavusoglu - indirizzato solo alla lobby armena e ai gruppi anti-Turchia».

Il ministero degli esteri turco ha condannato fortemente anche la risoluzione sulle sanzioni, sottolineando che la decisione non è consona all’alleanza Nato tra i due paesi e all’accordo tra Usa e Turchia sulla tregua in Siria, e ammonendo Washington a prendere misure per evitare passi che danneggino ulteriormente le relazioni bilaterali.

La Camera americana ha riconosciuto formalmente il «genocidio armeno» con una maggioranza schiacciante (405 sì su 435 voti, di cui 11 contrari). Si tratta di riconoscere i fatti storici che portarono nel 1915 alla eliminazione sistematica, attraverso un piano di sterminio, di 1 milione e mezzo di cristiani armeni dall'allora Impero Ottomano. Una pulizia etnica perseguita attraverso leggi e mediante il dispositivo militare. Il testo, non vincolante, invita a «commemorare il genocidio armeno» e a «rifiutare i tentativi di associare il governo americano alla sua negazione», nonché a educare sulla vicenda. L’approvazione è stata salutata con un lungo applauso in aula.

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Il genocidio armeno è stato riconosciuto da una trentina di paesi. Ankara rifiuta il termine genocidio sostenendo che vi furono massacri reciproci sullo sfondo di una guerra civile e di una carestia che fecero migliaia di morti da entrambe le parti, ma i documenti inoppugnabili conservati in decine di archivi, tra cui quello della Santa Sede, provano esattamente il contrario. Fu un piano di sterminio premeditato.

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Nell’aprile 2017, pochi mesi dopo l’insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump aveva definito il massacro degli armeni nel 1915 «una delle peggiori atrocità di massa del XX secolo», senza però usare il termine genocidio. Ma bastò a suscitare l’ira della Turchia. Barack Obama, prima di essere eletto nel 2008, si era impegnato a riconoscere il genocidio armeno ma non lo fece per timori di ritorsioni da parte di Erdogan.

Persino Papa Francesco ha dovuto subire una crisi diplomtica con la turchia per aver celebrato una messa funebre a San Pietro tre anni fa, in occasione del centenario del genocidio, durante la quale ha parlato di "genocidio".

Tanto è bastato per ricevere minacce e ritorsioni. 

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