Città del Vaticano - Man mano che il conflitto prosegue, le notizie di civili che vengono di fatto deportati in Russia, vengono confermate da più fonti autorevoli. Stavolta è stato il religioso Rostyslav Spryniuk che contattato da Tv2000, la tv dei vescovi italiani ha raccontato che due donne che lavoravano per la Caritas di Mariupol sono state caricate su autobus diretti oltre il confine: «I russi la chiamano ‘evacuazione volontaria’ ma sotto la minaccia delle mitragliatrici non c’è niente di volontario. Due nostre lavoratrici sono state forzatamente portate in Russia». Il direttore della Caritas di Mariupol, Spryniuk spiega che entrambe si trovavano nella sede della Caritas il giorno in cui sono morte sette persone (due erano operatori della Caritas Ucraina che si erano rifugiati lì con i famigliari) sotto i colpi di un carro armato russo.
«I soldati russi la chiamano ‘evacuazione volontaria’ ma quando l’evacuazione è sotto la minaccia delle mitragliatrici non si può chiamare ‘volontaria.