Città del Vaticano - «Sono grato al Papa per aver messo in evidenza la persecuzione degli Uighuri da parte del partito comunista cinese. Il mondo ha bisogno che la Santa Sede continui a testimoniare con vigore la difesa dei più deboli» ha twittato a sorpresa Mike Pompeo, il segretario di Stato americano uscente, braccio destro di Trump sulla frase pronunciata dal Pontefice a difesa della minoranza musulmana che vive nella regione cinese dello Xinjian e che viene perseguitata da Pechino.
Una frase che Pechino ritiene inaccettabile e che respinge come falsità e ingerenza.
La questione degli Uighuri era stata al centro di diversi appelli al Vaticano da parte di diversi organismi internazionali che si battono per i diritti umani. Lo aveva fatto anche Mike Pompeo nella sua visita in Italia, durante la quale non aveva lesinato critiche al Vaticano (e a Papa Francesco) per il silenzio che continuava a mantenere sulla vicenda per non irritare il governo cinese, con il quale la santa Sede ha da anni intavolato una delicata trattativa per le nomine dei vescovi.
Le organizzazioni umanitarie a più riprese hanno definito il trattamento imposto ai musulmani cinesi - spediti nei centri di rieducazione o assegnati a forme di lavoro coatto, in violazione ai diritti umani - una sorta di genocidio strisciante. La Casa Bianca di Trump aveva iniziato ad avvalorare le voci di coloro che chiedono di boicottare i Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022.