Papa Francesco tace sulla repressione in Nicaragua, oggi la prima udienza del vescovo che si batte contro Ortega

Alvarez Lagos, 56 anni, è il primo vescovo arrestato con l'accusa di avere cospirato contro il governo

Papa Francesco tace sulla repressione in Nicaragua, oggi la prima udienza del vescovo che si batte contro Ortega
Papa Francesco tace sulla repressione in Nicaragua, oggi la prima udienza del vescovo che si batte contro Ortega
di Franca Giansoldati
Martedì 10 Gennaio 2023, 10:35 - Ultimo agg. 10:46
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Città del Vaticano – Silenzio assordante: anche ieri, durante il corposo discorso agli ambasciatori Papa Francesco ha omesso di denunciare quello che sta accadendo in Nicaragua nonostante l'elenco minuzioso forniti su quali sono i paesi nel mondo in cui vi sono conflitti più o meno striscianti, anche di natura religiosa. Più che una dimenticanza sembrerebbe una precisa scelta verso il governo nei confronti dell'ex guerrigliero sandinista, probabilmente per non inasprire la repressione verso i cattolici. La situazione del resto è tesissima ed è caratterizzata da misure persecutorie nei confronti della Chiesa. Suore, sacerdoti, fedeli e persino vescovi: se osano alzare la voce per difendere i diritti umani di coloro che chiedono democrazia e di porre fine alle violenze del regime sandinista di Ortega finiscono nei guai. Alvarez Lagos, 56 anni, è il primo vescovo arrestato con l'accusa di avere cospirato contro il governo. Sui social si stanno diffondendo a macchia d'olio messaggi di solidarietà del tipo: «Rolando amigo, el pueblo esta con tigo». 

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Nel frattempo questo prelato è ormai divenuto simbolo della resistenza non violenta e pacifica, proprio stamattina affronterà la prima udienza in manette, in un paese dove la comunità cattolica rappresenta il 58 per cento dei 6 milioni e mezzo di abitanti secondo l'ultimo censimento nazionale. Un altro vescovo nicaraguense, Silvio Baez è nel mirino per avere sottolineato come «i tiranni di ieri e di oggi si travestono da difensori della pace e dell'ordine ma sono crudeli e senza cuore e, come Erode, finiscono per causare sempre molto dolore».

Chiedendo poi di liberare le migliaia di detenuti politici nelle carceri.

Ieri Papa Francesco si è limitato ad affrontare il tema della libertà religiosa in un passaggio generico. «La libertà religiosa, che non può ridursi alla mera libertà di culto, è uno dei requisiti minimi necessari per vivere in modo dignitoso e i governi hanno il dovere di proteggerla e di garantire a ogni persona, compatibilmente con il bene comune, l’opportunità di agire secondo la propria coscienza anche nell’ambito della vita pubblica e nell’esercizio della propria professione”. E ancora. “Spesso si vogliono attribuire alla religione i vari conflitti che accompagnano l’umanità e talvolta non mancano effettivamente i tentativi deplorevoli di fare un uso strumentale della religione per finalità meramente politiche».

Nel frattempo – mentre il vescovo simbolo affronta il processo- le autorità del Nicaragua hanno provveduto persino a far oscurare il sito Facebook della diocesi. Sembrerebbe troppo rivoluzionario parlare di Cristo. L’avvocato e difensore dei diritti nicaraguense Martha Patricia Molina ha rivelato che la Chiesa cattolica in Nicaragua ha subito quasi 400 attacchi tra il 2018 e il 2022. Un rapporto redatto in 350 pagine. Atti sacrileghi, attacchi, rapine, minacce, incitamento all’odio, incarcerazione ed esilio di sacerdoti causati dalla persecuzione del governo.

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Il sito para vaticano Il Sismografo, diretto da Luis Badilla, a proposito dei misteri legati alla trasformazione autoritaria dell'ex guerrigliero ribelle sandinista Ortega ha rilevato un fatto curioso: nel 2009 Ortega concesse “in modo misterioso la cittadinanza nicaraguense a Maurizio Gelli, il figlio del Gran Maestro della Loggia P2, (morto nel 2015 a 96 anni)”. Oggi Maurizio Gelli, amico intimo di Ortega e sospettato dalla stampa nicaraguense di essere in affari con il governante, è dal 2017 in Canada come nuovo ambasciatore presso il governo di Ottawa.

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