Yemen, bambini soldati indottrinati per odiare Israele, la testimonianza choc

Yemen, bambini soldati indottrinati per odiare Israele, la testimonianza choc
di Franca Giansoldati
Giovedì 2 Maggio 2019, 11:36
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Mareb (Yemen) - L'inferno dei bambini soldato obbligati nello Yemen all'uso delle armi e indottrinati ad odiare gli ebrei e l'occidente. L'agenzia italiana Nova è riuscita ad andare tra i profughi scappati da Sana'a che hanno trovato riparo nella provincia di Mareb, nel nord-ovest dello Yemen. Lì è stata raccolta la drammatica testimonianza di  un ex bambino soldato, uno dei tanti, che da solo è riuscito a evadere da un campo di addestramento dei ribelli sciiti Houthi per evitare di andare a combattere. Si tratta del quattordicenne Mohammed Mabruk, indottrinato come altri ragazzini dal gruppo Ansar Allah che nel 2014 ha preso il controllo di Sana'a.

«Sono stato rapito un anno fa dai miliziani Houthi dalla mia casa di Sana'a perché dovevo andare a combattere sul fronte di al Hodeida», ha spiegato il ragazzo. Hodeida è una strategica provincia occidentale yemenita situata lungo le coste del Mar Rosso: il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato qui il dispiegamento di 75 osservatori per sei mesi con l’obiettivo di monitorare il cessate il fuoco raggiunto a metà dicembre in Svezia. La tregua, tuttavia, rimane fragile perché se cade Hodeida, gli Houthi perderebbero il loro unico accesso al mare.

«Prima di insegnarci a sparare - ha proseguito il ragazzo - avevano la necessità di indottrinarci. Mi sono trovato in una specie di scuola, in un campo di addestramento per seguire un corso di indottrinamento ideologico. Ci hanno prima spiegato la vita del leader del gruppo, Abdel Malik al Houthi, e il suo pensiero. Ci hanno fatto sentire i suoi discorsi e spiegato l'importanza del loro slogan ufficiale, quello posto sulle bandiere che sventolano al centro di Sana'a, che è 'Morte all'America, morte a Israele e che siano maledetti gli ebrei'. Ci hanno insegnato quindi ad odiare Israele e gli ebrei che sono secondo loro il male del mondo».

Il quattordicenne è riuscito a trovare la forza di fuggire dal campo Houthi: «Sono riuscito a scappare e dopo cinque giorni di cammino a piedi sono riuscito a raggiungere Mareb, trovando ospitalità nei campi profughi».

La guerra civile in Yemen è in corso dal 2015. A seguito dell’occupazione del nord del paese, compresa la capitale Sana’a da parte dei miliziani filo-iraniani Houthi, il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e il suo governo, attualmente con sede provvisoria ad Aden, hanno chiesto l’intervento dei paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi, che nell’aprile del 2015 hanno formato una coalizione militare per sostenere le forze governative nel conflitto. Houthi era in origine il nome di un clan dello Yemen, e non di una setta o un gruppo religioso. In seguito, un movimento di combattenti ribelli chiamato Ansar Allah ha adottato questo come nome ufficiale, dopo che il loro fondatore e principale capo, Hussein Badreddin al Houthi, venne ucciso nel 2004, portando alla cosiddetta insurrezione Houthi.

 La situazione dei profughi in Yemen sta quasi per esplodere in particolare a Mareb, 120 chilometri a est di Sana’a, dove si sono riversati gli abitanti della capitale riusciti a fuggire dopo il golpe che ha portato i ribelli Houthi al potere nel 2014. In questa provincia ci sono quasi 900 mila profughi.
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