Sul tavolo del cardinale Zuppi anche il 'caso' Minniti scoppiato a Firenze all'incontro dei sindaci e dei vescovi del Mediterraneo

Sul tavolo del cardinale Zuppi anche il 'caso' Minniti scoppiato a Firenze all'incontro dei sindaci e dei vescovi del Mediterraneo
di Franca Giansoldati
Venerdì 27 Maggio 2022, 19:54
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Città del Vaticano - Tra le tante grane da risolvere che sono già sul tavolo don Matteo, il neo eletto presidente della Cei, c'è anche la ricucitura dello strappo con l'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti al quale Papa Francesco imputa la colpa dell'accordo sciagurato che fu fatto con la Libia dal governo che allora era presieduto da Gentiloni, e che consisteva nel rispedire i migranti nei famigerati lager libici, veri e propri gironi infernali, sui quali Bergoglio si è scagliato decine di volte dopo avere visto dei filmati terrificanti. In diverse circostanze quelle immagini lo avevano scioccato particolarmente mentre gli venivano mostrate dai collaboratori del dicastero dello Sviluppo Umano Integrale. 

La grana Minniti – ormai quasi un caso diplomatico con l'Italia - è esplosa ufficialmente alla fine di febbraio, a Firenze, durante il convegno dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, organizzato dal sindaco Nardella e dalla Cei del cardinale Bassetti e del suo segretario generale, monsignor Russo (per questo poi punito e spedito a fare il vescovo in una diocesi di secondo piano).

A quel convegno doveva arrivare il Papa che però quando ha saputo che nel comitato scientifico c'era proprio l'esponente del Pd ritenuto collegato alle sofferenze indicibili di migliaia di migranti si è arrabbiato a punto da far comunicare che non si sarebbe presentato all'appuntamento, nonostante fosse atteso persino dal Capo dello Stato. La scusa addotta fu il persistente male al ginocchio. Quella domenica nel dopo Angelus non fece nemmeno un cenno di riferimento all'incontro fiorentino, nemmeno per mandare un saluto ai partecipanti. Nel frattempo a Firenze era preso a circolare un volantino firmato da alcuni parroci pacifisti, tra cui don Massimo Biancalani di una parrocchia di Pistoia e l'abate di San Miniato, il teologo padre Bernardo Gianni, già predicatore agli esercizi della curia e grande interlocutore di Francesco. L'appello si intitolava, a scanso di equivoci: 'Firenze dice no a Minniti'.

"Riteniamo inopportuna e imbarazzante la presenza di Marco Minniti come membro del comitato scientifico, nonché' relatore di un convegno perchè nella veste di ministro degli Interni, e' stato il promotore del Memorandum Italia-Libia del 2 febbraio 2017 la cui applicazione da quel giorno ha consegnato circa 82mila persone ai 'lager' libici". L'appello ricordava inoltre che Minniti era presidente della Fondazione 'Med-Or' voluta da Leonardo spa, “azienda leader nel campo degli armamenti" e ne stigmatizzava la presenza.

Il caso imbarazzante che si pensava chiuso a febbraio con la decisione del Papa di dare forfait all'ultimo momento, in realtà ha continuato a camminare in modo carsico, fino a tornare a squassare il clima dei vescovi durante l'assemblea generale della Cei, in corso a Roma. Il giorno dell'apertura davanti agli oltre duecento vescovi, Papa Francesco rispondendo a porte chiuse ad alcune domande, aveva spiegato che a suo parere, quella di Minniti a Firenze, si trattava di una presenza inopportuna, che non andava inserita in quel contesto dedicato alla pace del Mediterraneo. Che se fosse andato si sarebbe trovato accanto a lui e questo non poteva di certo digerirlo. Il cardinale Betori ha preso la parola e gli avrebbe fatto presente che ad invitarlo era stato il sindaco Nardella, fulcro di tutta la complessa organizzazione di un evento coi sindaci delle maggiori città dal Marocco fino alla Croazia. Ne è nato un pesante botta e risposta. Per buona fortuna, alla fine, altri temi hanno preso il sopravvento nel dibattito facendo scivolare via l'argomento. 

Il neo presidente dei vescovi Zuppi dovrà però prendere ago e filo e con pazienza ricucire lo strappo. Difficile dimenticare, infatti, che Minniti, da ministro dell'Interno, è stato un buon interlocutore della Cei per la realizzazione dei corridoi umanitari che si sono sviluppati grazie anche all'apporto di Sant'Egidio, l'organizzazione internazionale dalla quale proviene anche don Matteo. Fu poi Minniti da ministro dell'Interno a rafforzare i contributi per i comuni che accolgono i migranti, aumentando anche le risorse per i minori stranieri non accompagnati. Inoltre la prima volta che si parlò dell'idea di realizzare un incontro tra tutti i vescovi dei Paesi del Mediterraneo sui temi della pace e delle migrazioni risale proprio al periodo del governo Gentiloni, con Minniti come ministro dell'Interno. Se ne parlò alla ambasciata italiana presso la Santa Sede durante il bilaterale Italia-Vaticano per i Patti Lateranensi. Minniti disse che si trattava di una buona idea, il dialogo aiuta sempre. 

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