La pandemia da Covid-19 non è finita, ma in mezzo a questa imprevedibile e drammatica tempesta che ci ha investiti a livello globale, si intravede uno spiraglio anche nel settore del turismo verso destinazioni mitiche e lontane. Non è ancora tempo di cantare vittoria e, da più parti, si calcola addirittura che un ritorno alla completa normalità non avverrà prima della fine del 2022 o anche dopo e, intanto, si ricomincia a piccoli passi.
Viaggire in Thailandia e in Malesia
Una pandemia inedita con competenze sanitarie limitate (almeno nel primo periodo) ha di fatto bloccato tutti i Paesi, riportandoli indietro di diversi anni. Angoli da cartolina come la Thailandia, seguita dalla Malesia, che insieme a buona parte del Sud-est asiatico, erano finalmente saliti alla ribalta sul palcoscenico mondiale nell’ultimo decennio, provano adesso a ripartire con molta determinazione, ma non senza difficoltà. La crisi non è terminata dicevamo e riportare i turisti da queste parti con le cifre precedenti non è immediato. I collegamenti aerei non hanno ancora la medesima frequenza e il turismo di prossimità la fa tutt’ora da padrone, per gli italiani come per gran parte dell’Europa (e non solo).
Le peculiarità di queste destinazioni
Non tralasciando il fatto che gran parte dell’Asia vanta caratteristiche monumentali, storiche e paesaggistiche uniche, ciò che ha portato a un costante incremento turistico è stata soprattutto la stabilità e il dialogo che questi “paradisi di pace” riescono a mantenere con l’esterno. Nella loro diversità c’è la vera ricchezza, con una crescita annua del cinque per cento. Discorso a parte per la Thailandia che è uno dei grandi amori degli italiani e naviga su numeri sempre alti. Nessuna area del globo, del resto potrebbe essere più differente: da un lato c’è la super moderna e avanzatissima Singapore, dall’altro ci sono ad esempio la Cambogia e il Myanmar che escono dal sottosviluppo e poi la Thailandia e la Malesia che, su tutti gli altri, fanno sentire la loro importantissima presenza.
Il Covid e il cambiamento
Dall’inizio della pandemia, in soli dieci mesi, si è registrato un meno 72 per cento riguardo alle partenze e arrivi. Il collasso economico è stato, quindi, straordinario anche e soprattutto nell'area. L’incertezza su quando tutto finirà, fa il resto. Occorre, dunque, puntare sulla sicurezza per regalare al potenziale viaggiatore la tranquillità necessaria per ritornare, non appena i viaggi in questo tratto di mondo potranno riprendere a pieno ritmo. A tal proposito, è importante raccontare l’alto livello di vaccinazioni che sta riguardando quasi tutti i Paesi di questo tratto di Asia, nonostante per zone come il Laos e la Cambogia -estremamente colpite economicamente dal lockdown mondiale, - non sarà immediata una ripresa .
La Malesia e la Thailandia
La Malesia dopo un lockdown importante, sta via via allentando le restrizioni e potenziando le vaccinazioni. Il livello, in questo senso, è piuttosto significativo.
La Thailandia dopo aver iniziato con le 4 province, di Phuket, Krabi, Phang Nga, Koh Samui, continua il suo piano di riapertura. Intanto, ha dato anche il via libera ai turisti vaccinati di sessanta Paesi. Prima del Covid, aveva festeggiato il decimo anno di crescita continua. Tuttavia, nel 2019 la curva ha avuto una piccola decrescita. A gennaio 2020, poi, si è giunti a un più 11 per cento, mostrando la sua potenza turistica anche in condizioni di disagio. Ora, dopo quasi venti mesi, la Thai Airways (la compagnia aerea di bandiera) torna a volare dall’Italia, ma al momento non da Roma, ma da Milano con due voli che partiranno dal capoluogo lombardo due volte a settimana, il venerdì e il sabato. Tuttavia, anche in questo caso, per due o tre anni non si avrà la stessa capacità aerea.