I Caraibi italiani e i borghi di Gerace e Badolato: itinerario sulla costa ionica della Calabria

Santa Caterina dello Ionio
Santa Caterina dello Ionio
di Maria Serena Patriarca
Venerdì 26 Giugno 2020, 13:58
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Non solo mare, ma anche meravigliosi borghi tutti da esplorare. Oggi vi portiamo alla scoperta della costa ionica della Calabria, forse la meno inflazionata dal turismo ma non per questo meno affascinante della costa tirrenica. Punto di partenza Santa Caterina dello Ionio, e le sue spiagge bianche dal mare turchese-verde che sono definite anche i Caraibi d’Italia.
 

 





Meta di turisti nord europei, australiani e americani che scelgono questa parte della Calabria per vacanze all’insegna della natura, del relax e della buona cucina, la spiaggia di Santa Caterina è dominata da Torre Sant’Antonio, edificio del XIII secolo ora riconvertito in resort. Passando poi per Soverato e la “baia dell’ippocampo”, chiamata così perché vi si riproducono i cavallucci marini, lasciamo la costa per addentrarci nel paesaggio argilloso dei calanchi dell’entroterra, regno di coltivazione della vite e di allevamenti di asinelli. Siamo diretti adesso alla scoperta dei borghi di Gerace e Badolato, vere perle per intenditori. “La Calabria è una regione ancora da scoprire, per tutte le bellezze e la sua grande potenzialità ricettiva al di là degli stereotipi”, afferma l’event planner Daniela Corti, artefice del progetto Undiscovered Italy Tours. Il turismo esperienziale, la possibilità di “staccare la spina” dallo stress quotidiano e immergersi nel silenzio della natura e di questi borghi arroccati sul parco naturale delle Serre sono senz’altro un valore aggiunto per i viaggiatori, moltissimi svizzeri, tedeschi, svedesi, che scelgono di esplorare questa zona della regione. Arrivati a Gerace, annoverato fra i borghi più belli d’Italia, facciamo rotta sulla cripta della Cattedrale, che risale all’ottavo secolo e fu costruita su un antecedente oratorio bizantino. Gerace affonda le origini al tempo delle colonie della Magna Grecia. Il suo simbolo è lo sparviero, il rapace da cui deriva (ierax) il nome del paese e che, come narra la leggenda, guidò i primi fondatori del borgo verso l’entroterra per sfuggire alle incursioni costiere dei pirati saraceni. L’influenza greca in questo territorio è stata così forte che fino al 1480 Gerace fu di religione greco ortodossa. Tornando alla Cripta della Cattedrale, qui si ammira la Madonna dell’Itria (“colei che indica la strada”) scolpita direttamente nella roccia nel 1261. La cattedrale è una fusione di stili artistici e architettonici: bizantino, romanico e normanno. Ai lati dell’altare, che simboleggia la fede, due colonne “simboliche”: quella di marmo verde, che rappresenta la speranza, e quella di marmo rosa, ovvero il simbolo della carità. Le 20 colonne delle 3 navate hanno ognuna un capitello diverso e l’altare, realizzato con marmi policromi, è opera di artisti siciliani del Settecento. Suggestive anche le chiese di San Francesco d’Assisi, del XIII secolo, e di San Giovanni Crisostomo, la più antica e la più piccola del borgo. Nel museo della Cattedrale sono esposte opere sacre e sono in restauro meravigliose sculture barocche del Convento dei Cappuccini di Badolato, realizzate in giganteschi tronchi d’olivo.
Fra i vicoli del borgo impossibile non fermarsi in una delle “bergamotterie” per degustare il liquore o il miele al bergamotto o al gelsomino, tipiche prelibatezze locali. Facciamo ora rotta su Badolato, buen retiro di scrittori, artisti e cantanti, tra cui Piero Pelù: borgo che è diventato una sorta di “albergo diffuso” in cui le antiche case sono state finemente ristrutturate per diventare case-vacanza da cui godere il panorama della vallata circostante, costellata di boschi, cascate e canyon, e del mare che si staglia all’orizzonte. Badolato, come borgo, risale al 1080: oggi si presenta come una panoramica “terrazza” sul mare ed è famoso anche per le sue cantine e le taverne tipiche dove degustare i vini locali con salumi, ortaggi e formaggi del territorio.

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