Napoli, 40 anni dopo Forcella porta ancora i segni del terremoto

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Per le celebrazioni del quarantennale del terremoto di Napoli, i cittadini e le associazioni di Forcella hanno realizzato videomessaggi per denunciare lo stato di abbandono del quartiere, nel quale insistono ancora ponteggi e strutture – esse stesse insicure - che sostengono edifici pericolanti postterremoto, come in vico Tarallari, via Sant’Agostino alla Zecca e vico Croce Sant’Agostino.

L’iniziativa è promossa dagli Enti aderenti al progetto “Fa.Re. Comunità - Famiglie Responsabili per una Comunità Educante a Forcella”, capitanato da APS Annalisa Durante, Legambiente Parco Letterario Vesuvio ed Associazione Samb e Diop, con il sostegno della Fondazione Banco di Napoli e la compartecipazione di Altra Napoli Onlus. Il progetto punta a realizzare interventi per una più complessiva riqualificazione del quartiere per restituire qualità e vivibilità a strade, piazze e monumenti abbandonati al degrado. La “gabbia” che nasconde l’antica chiesa di Santa Maria a Piazza, facendone addirittura perdere la memoria, ne è il simbolo che gli abitanti del quartiere subiscono quotidianamente, un vero “pugno nell’occhio” per cittadini e turisti divenuta ormai anche una discarica di rifiuti a cielo aperto.

Il partenariato ha chiesto a Comune di Napoli, Curia Arcivescovile, Soprintendenza e Municipalità di attivare tavoli comuni per affrontare insieme alle associazioni ed in maniera risolutiva i problemi rimasti irrisolti da 40 anni.