Si rompe una valvola in cantina, ettolitri di vino nel fiume e moria di pesci

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Fontanelle Circa 19 ettolitri di vino buono finiti nel fiume Rasego. Durante la notte fra lunedì e martedì si è rotta la valvola ad una cisterna nelle Cantine Maschio, complesso vinicolo che si trova a Visnà di Vazzola, ben visibile dalla provinciale Cadore-Mare.

Il vino è fuoriuscito, parte è finito nel depuratore e parte nei pozzetti fognari di raccolta delle acque bianche. Che scaricano nel fiume Rasego. Il vino è così sversato in quantità copiosa nel torrente causando la morte di centinaia di pesci e di parecchie nutrie. Sul posto sono giunti i tecnici dell’Arpav, i Vigili del fuoco, i volontari della Fipsas, i tecnici comunali e i responsabili delle cantine stesse. Per l’intera giornata le pompe hanno risucchiato dal Rasego l’acqua contaminata. Nel frattempo i pescatori hanno costeggiato tutto il percorso del torrente, fino alla sua immissione nel fiume Livenza, in territorio di Portobuffolè. «Non siamo riusciti a vedere un pesce vivo» dice sconfortato Tommaso Cappuccio, coordinatore di Fipsas Treviso. Ad accorgersi dell’incidente sono stati i dipendenti delle cantine stesse che, ieri mattina, arrivati al lavoro, hanno delle chiazze bagnate. «Subito – precisano dalle Cantine Maschio – abbiamo allertato i Vigili del fuoco, la stessa Arpav. Abbiamo inoltre fatto arrivare una ditta specializzata che per tutta la giornata ha pompato dal torrente l’acqua contaminata. In totale sono state caricate 5 autobotti di grandi dimensioni». Il dato è di ieri pomeriggio alle 17 perchè le operazioni di raccolta sono proseguite fino a serata inoltrata.

La cantina è dotata di un proprio depuratore, non ha scarichi nel torrente Rasego. L’unica linea che vi confluisce è quella dei pozzetti di raccolta delle acque bianche. «Appena ce ne siamo accorti – precisano dalla cantina – abbiamo immediatamente dato l’allarme». Il problema è che dalla cisterna migliaia di litri di vino erano ormai finiti nel torrente. «Noi siamo stati avvisati per ultimi – dice sconfortato Tommaso Cappuccio della Fipsas -. Un giovane che stava correndo sull’argine ha notato la strana schiuma bianca sulla superficie dell’acqua e ci ha chiamati. Siamo arrivati verso le 10. L’avessimo saputo prima saremmo potuti intervenire con delle vasche di raccolta, salvando così una parte di pesci».

I volontari della Fipsas hanno camminato lungo il Rasego fino alla confluenza con il fiume Livenza. «Abbiamo contato circa 400 pesci morti galleggianti – prosegue Cappuccio -. E questi sono una minima parte perché la maggior parte del pesce morto è depositato sul fondo. Un dispiacere immenso. Morti numerosi pesci pregiati come le tinche e i lucci. In questo periodo inoltre vi è la schiusa delle uova ma, dopo quest’episodio, dubito che qualche avannotto riuscirà a sopravvivere. E’ un incidente gravissimo, il tratto di fiume interessato è molto lungo, stiamo parlando di una quindicina di chilometri». «E’ stato un incidente – dice il sindaco Ezio Dan -. Non ho memoria di altri episodi del genere dalle cantine Maschio. Sono una realtà attenta, efficiente, scrupolosa. Non so se saranno assoggettati ad una sanzione. Dipenderà dai rapporti che inoltreranno l’Arpav ed i Vigili del fuoco».