Officina Vanvitelli al Green Blue Day

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Officina Vanvitelli partecipa al Green Blue Days e presenta un progetto ambizioso. L’evento ideato da Sonia Cocozza, Rosy Fusillo ed Elisabetta Masucci per promuovere la cultura e la scienza attraverso le start up, combina insieme i diversi aspetti della ricerca e della tecnologia. Tra i diversi talk trattati all’interno del convento di San Domenico, l’università Vanvitelli presenta il progetto nato all’interno delle attività del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale. 

«L’obiettivo del nostro ateneo è quello di tenere insieme gli aspetti della ricerca, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, finanziando dieci borse di studio per giovani studenti che hanno avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con le aziende proponendo una propria idea di innovazione», dichiara Patrizia Ranzo, presidente del corso di laurea della moda. La facoltà colloca l’ecosistema di ricerca per l’innovazione nel made in Italy in un sito straordinario come quello di San Leucio, in provincia di Caserta, che ha al suo interno una visione illuminata e produttiva. «Come unica università pubblica del sud che si occupa del fashion design, abbiamo accettato l’invito di Green Blue Days e messo in mostra la capsule collection di Giusi Carozza, vincitrice del concorso di Milano Moda Graduate per la sfilata finale dello scorso settembre – spiega il professore di eco design Roberto Liberti - accanto all’esibizione dei modelli From Vanvitelli to Vaia, un new green design object, nato nel laboratorio di Industrial Design1 A in collaborazione con la start up Vaia e la falegnameria Magil, curata da Caudio Gmabardella e realizzata con il legno dei boschi del Trentino».

La riuscita delle tre giornate dedicate all’economia e alla moda sostenibile sta nel aver voluto comparare professionalità molto diverse fra loro, avvicinano i giovani ricercatori al futuro del pianeta con lo studio e l’analisi del quotidiano.

«Ci siamo ritrovati a raccontare un'idea realizzata da tre donne che vogliono fare qualcosa per il proprio territorio – confessa l’organizzatrice Sonia Cocozza - è nato così un programma di cultura sostenibile condiviso con lo scopo di creare un matching in divulgazione e l'intenzione di unire il mondo scientifico da un lato, e il mondo delle imprese e dell'informazione dall’altro, per un dialogo orizzontale che unisce tutti in un unico spazio di confronto».

Servizio di Dalia Coronato