Terrae Motus, torna la collezione di Lucio Amelio alla Reggia di Caserta

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Da catastrofe a catarsi creativa, la collezione Terrae Motus di Lucio Amelio, riallestita all’interno della Reggia di Caserta, apre un dialogo tra le ventuno opere più rappresentative e gli appartamenti reali.

«Quest’anno la riapertura dei musei segna una data particolare, il 12 maggio è il giorno di nascita di Luigi Vanvitelli, che ha creato l’imponente palazzo, e allo stesso tempo il compleanno di Joseph Beuys, che non a caso introduce il percorso della mostra», dichiara il direttore Tiziana Maffei. Il pittore tedesco che apre l’iter espositivo collocato nella Sala degli Alabardieri, è tra i primi a raccogliere l’invito del noto gallerista partenopeo per dare rilievo al dramma del 23 novembre del 1980. «Ogni uomo possiede il Palazzo più prezioso del mondo nella sua testa, nel suo sentimento, nella sua volontà», annuncia l’artista sciamano toccato dal terremoto dell’Irpinia, recandosi più volte in quei luoghi per raccogliere materiali artigiani che vengono decontestualizzati dalla loro funzione effettiva. Le opere disposte in relazione diretta con il quarto del Re, nell’ala dell’Ottocento, e con il quarto dei Principi ereditari, nell’ala del Settecento, sono in modalità di allestimento fatta per dialogo e non per contrasto, per avvicinare il pubblico interessato alla residenza borbonica e ai linguaggi dell’arte contemporanea. «Non a caso l’opera di Richard Long è nella sala del trono, dove risplendono i cinquantadue massi nel disegno complessivo del pavimento, in diretto contatto con il Vesuvio, da cui provengono le pietre laviche scelte», continua il direttore del sito Unesco.

In questa fase particolare preceduta da una grande attività di recupero che non si concluderà prima della fine del 2021, la riapertura prevede la sollecitazione alla conoscenza degli spazi regi per una riflessione su un luogo che mai nella storia è stato così blindato rispetto all’esterno. Oltre agli interventi di pulitura, di consolidamento e di illuminazione di una parte dello scalone reale appena terminati, l’architetto Maffei annuncia i lavori di restauro ordinario per la Fontana Margherita, per il muro del Giardino Inglese e per il Torrione.

«Caserta, fin dalla sua nascita è stata il luogo della committenza reale, oggi della committenza pubblica e come istituto ci siamo fatti carico di un’idea di continuità sostenendo il linguaggio della contemporaneità attraverso un concorso all’interno del museo verde, accogliendo gli artisti e realizzando un seconda vita di quelle che sono le risorse importanti del nostro parco, le alberature. Un'operazione legata ad un ricambio naturale, per questione di età e di sicurezza, in ottica di un’economia circolare», conclude il direttore. Il concorso prevede la selezione da parte di esperti del settore di tre artisti nazionali, una scelta che si muove tra l’interazione, la suggestione, l’istallazione, e ha come oggetto lavori realizzati con il pubblico.