I guardiani delle dune superstiti contro l'erosione e la distruzione

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di Marilù Musto

Basta il semplice calpestio per danneggiarle e, invece, capita persino che siano percorse da fuoristrada o moto o rischino addirittura di essere spianate: sono le dune di Castel Volturno che starebbero per essere inserita nell'area Sit (Siti di importanza comunitaria), ma manca la firma degli enti locali che pare tardi ad arrivare per giungere a questo obiettivo. E così, a guardia delle dune del litorale Domizio (spesso piene di rifiuti) ci sono i volontari ambientalisti che cercano di preservare un ecosistema dinamico e prezioso come le dune. "Qui, ci sono piante costituiscono cibo e rifugio per altri esseri viventi e stabiliscono la sabbia a protezione della costa, la duna è fra gli habitat di interesse comunitario, ma basta il semplice calpestio per danneggiarle per questo bisogna essere molto cauti", spiega il botanico Antonio Croce. E allora, chi protegge un sistema così delicato? Ci sono i volontari dell'Enpa, come Angela De Laurentis, che documentano le varie fari di trasformazione del sistema dunale: "In un territorio così martoriato come quello di Castel Volturno, distruggere la duna come l'attività antropica edilizia significa ridurre la nostra costa e le nostre spiagge, oltre che mettere in pericolo una specie come il fratino o il corriere". Il significato del lavoro del volontario si scontra con lo sversamento dei rifiuti notturno in Campania e soprattutto lungo il litorale Domizio o con i mezzi che spesso spianano le dune per edificare case o stabilimenti che, inevitabilmente, con il passare del tempo finiscono per essere risucchiate dall'avanzare dall'acqua del mare. Per questo è necessario documentare il prima e il dopo l'attività antropica. Affinchè si eviti il peggio.