L'Interrogazione a Salvatore Esposito alias Genny Savastano: "Gomorra 4? Una sorpresa ogni puntata anche per me"

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In arrivo gli episodi 5 e 6 su Sky per Gomorra 4, il "suo" Genny Savastano combatte la sua guerra malavitosa ai piani alti della finanza. Tra Napoli e Londra. "Rivedo me stesso e quel personaggio sei anni fa, alla prima serie (lui è l'unico attore presente in tutte le stagioni, ndr) e mi accorgo di essere cambiato e e cambiato pure lui. E' una saga familiare e Genny è stato sempre l'elemento centrale di raccordo tra i personaggi: figlio di Pietro, quasi fratello di Ciro e Patrizia. Ora ha la sua famiglia per cui combattere". "Io all'inizio non immaginavo che sarei stato il personaggio centrale, che avrei resistito fino alla quarta: nessuno di noi sa che fine va a fare", dice. Le puntate in onda venerdì 12 sono quelle girate da Marco D'Amore come regista: Ciro che gira, verrebbe da dire. "Non è stato strano averlo dietro la macchina da presa: lui sa perfettamente cosa serve in una storia come quella di Gomorra e sa come condurre gli attori. Regista di valore lo è da sempre". Salvatore in questi anni ha trovato spazio e ribalta anche al cinema: commedie o ruoli impegnati come il giornalista interpretato di recente. "Un modello per me è Russell Crowe: il film della vita è il suo Gladiatore. Sa essere Massimo e il matematico di Beautiful Mind. Un esempio". Ma com'è che un ragazzo di Mugnano, nord Napoli, si sveglia una mattina e vuole fare l'attore. "Mio nonno e Totò: colpa loro... Vedevamo insieme tutti i suoi film, più volte: era bello vederlo calarsi nei diversi personaggi, la scintilla è stata Totò". Nel gioco del mappamondo punta il dito su Los Angeles: "Io penso a Hollywood. Sono stato per un po' a vivere a Los Angeles e mi piace davvero tanto: sogno di trovare una dimensione internazionale". Poi chiude su Gomorra: "Se non fossi nato a Napoli Nord, se non avessi visto dal vivo certi sguardi, provato certe emozioni andando in giro per i quartieri, non avrei mai interpretato Genny con quell'intensità. Certe cose viverle lascia il segno".
Servizio a cura di Alvaro Moretti