Statua di Montanelli imbrattata dalla Rete studenti Milano. Diffuso un video: «Va abbattuta»

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La statua dedicata a Indro Montanelli, che si trova negli omonimi giardini di via Palestro, nel centro di Milano, è stata imbrattata con della vernice rossa. Sulla base del monumento che raffigura il giornalista una scritta in nero: "Razzista, stupratore". L’episodio arriva dopo giorni di polemiche e dopo che l'associazione di Sentinelli ne aveva chiesto la rimozione, sull'onda delle manifestazioni antirazziste scoppiate in tutto il mondo dopo l'uccisione di George Floyd. L'agenzia Ansa è stata imbrattata da ragazzi dei collettivi studenteschi milanesi. Secondo quanto si è appreso da fonti vicine ai centri sociali, l'azione è stata compiuta dopo le 20 con una parte del gruppo che è entrata nel parco mentre altri sono rimasti fuori ed è durata pochi minuti, con 4 vasetti di vernice colati dall'alto sulla statua mentre con uno spray nero sono state fatte le scritte "Razzista, stupratore".

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Rivendicazione in un video. Con un video pubblicato sui social, Rete Studenti Milano e LuMe (Laboratorio universitario Metropolitano) hanno rivendicato l'imbrattamento della statua di Indro Montanelli avvenuta nella notte. «Chiediamo, ad alta voce e con convinzione, l'abbattimento della statua a suo nome», scrivono. Nel video di 40 secondi si vedono alcuni ragazzi arrivare in bicicletta all'interno del parco e due di loro, stesse scarpe e pantaloni ma giacca di due colori diversi, lanciano i barattoli di vernice contro la statua, per poi scrivere con una bomboletta spray «Razzista, stupratore». «Con questo gesto vogliamo inoltre ricordare che, come ci hanno insegnato e continuano a insegnarci movimenti globali come Non Una Di Meno e Black Lives Matter, tutte le lotte sono la stessa lotta, in un meccanismo intersezionale di trasformazione del presente e del futuro. Se il mondo che vogliamo tarda ad arrivare, lo cambieremo», si legge nel comunicato firmato da Rete Studenti Milano e LuMe.

Milano, statua di Montanelli imbrattata: insulti e vernice rossa

Montanelli, fascicolo della Procura

La Procura di Milano aprirà un fascicolo per imbrattamento a carico di ignoti sul caso della statua di Indro Montanelli ritrovata ieri sera con una scritta nera «razzista e stupratore» sulla base. Sulla statua, all'interno dei giardini di via Palestro, inoltre sono stati versati alcuni barattoli di vernice rossa. Sull'accaduto Alberto Nobili, il responsabile dell'antiterrorismo milanese, ha delegato la Digos ad indagare. È stato disposta la visualizzazione di tutti i filmati delle telecamere nei pressi del parco per cercare di individuare i responsabili. Non è la prima volta che la statua del giornalista viene presa di mira, dato che già nel 2019 venne imbrattata nel corso di una manifestazione per l'8 marzo.

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Sala: deve restare lì. Il sindaco Giuseppe Sala, in quello che definisce un «Buongiorno Milano fuori programma», interviene con un video pubblicato sui social nel dibattito sulla statua di Indro Montanelli, imbrattata ieri con vernice e scritte «razzista» e «stupratore». «Io ho rivisto più volte quel video in cui lui confessa quello che è successo in Africa e personalmente non posso che confessare a mia volta il mio disorientamento rispetto alla leggerezza con cui Indro Montanelli confessa un comportamento del genere. Però Montanelli è stato di più, è stato un grande giornalista, è stato un giornalista soprattutto che si è battuto per la libertà di stampa, è stato un giornalista indipendente e forse per tutti questi motivi è stato gambizzato», ha detto Sala, invitando «tutti noi, la nostra comunità» a interrogarsi su «cosa chiediamo a personaggi che vogliamo ricordare con una statua, con una lapide, con il nome di una via o di una piazza o di un giardino? Chiediamo una vita senza macchia, una vita in cui tutto è stato estremamente giusto? È possibile, però ne rimarrebbero pochi da ricordare». «Noi - ha aggiunto il sindaco di Milano - quando giudichiamo le nostre vite, possiamo dire che la nostra vita è senza macchie, senza cose che non rifaremmo? Io metto le mani avanti: la mia vita no, ho fatto errori, ho fatto cose che vorrei non aver fatto, ma le vite vanno giudicate nella loro complessità». «Per tutti questi motivi io penso che la statua debba rimanere lì», ha concluso Sala, rendendosi «disponibile a qualunque confronto sul tema del razzismo e sul tema Montanelli. Quando volete».