Putin, l'ambasciatore Sessa: «Il discorso dimesso? Un'occasione per la diplomazia»

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L'ambasciatore Riccardo Sessa, che ha rappresentato l'Italia alla Nato, nella ex Jugoslavia, a Pechino e in Iran, commenta la parata e il discorso di Putin del 9 maggio: "Parole dimesse e nessuna escalation verbale, neanche una parata "muscolare", come prevedeva qualche presunto esperto. Piuttosto proprio questo 9 maggio è il momento di far ripartire un'azione diplomatica seria. Con un'azione vera e forte delle diplomazie, forse, la guerra si sarebbe potuta evitare. E si coinvolga la Cina: non con i tweet, ma andando a Pechino e passandoci qualche giorno. Nel discorso, al di là di una pustura non certo altezzosa del leader russ, ci sono passaggi duri sugli Stati Uniti, certo, ma non quelle ipotesi di chiamata generale alle armi o di escalation nucleare alla quale mi rifiuto di credere. Questa è una parata che ricorda la guerra dei russi, che è quella dal 1941 al 1945: per due anni l'Unione Sovietica con i nazisti aveva stretto il patto di ferro Molotov-Von Rippentrop: questo a Putin non piace ricordarlo. L'Ucraina? Non l'ha nemmeno nominata, ma quelli per il popolo russo sono fratelli. Il ricordo degli anni a Belgrado mi rimette davanti agli occhi l'incredibile orgoglio dei popoli slavi, anche di fronte a perdite sul campo vastissime e impressionanti".