Matt Damon e Ridley Scott per The Last Duel: «Dedico i film a mamma»

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Diretto dal regista quattro volte candidato all'Academy Award Ridley Scott (Sopravvissuto - The Martian, Black Hawk Down, Il Gladiatore, Thelma & Louise), il nuovo lungometraggio targato 20th Century Studios The Last Duel arriverà il 14 ottobre nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia. Interpretato dal vincitore dell'Oscar Matt Damon (Will Hunting - Genio ribelle, Le Mans '66 - La grande sfida), dal due volte candidato all'Academy Award Adam Driver (Storia di un matrimonio, BlacKkKlansman), dalla vincitrice dell’Emmy Jodie Comer (Killing Eve, Free Guy – Eroe per Gioco) e dal due volte premio Oscar Ben Affleck (Argo, Will Hunting - Genio ribelle), il film è un’appassionante storia di tradimento e vendetta ambientata nella brutalità della Francia del XIV secolo.

Quando incontriamo Ridley Scott gli chiediamo subito a bruciapelo una verità scomoda: «Crede che il peggior nemico delle donne siano le donne stesse? O sono gli uomini?» A cui il premio Oscar risponde così: «Questa è una grande domanda. Ascolta, possiamo essere tutti str***i, giusto? Maschi e femmine, e io mi tengo fuori da queste diatribe. Faccio solo il mio lavoro, abbasso la testa e mi diverto. Ma hai assolutamente ragione».

Tocca poi a Matt Damon e al suo scomodo personaggio, dominato da rabbia, ego e frustrazione: «Questa è un'ottima domanda, perché è stato interessante leggere questo libro di storia e pensare come questo personaggio venga ricordato 600 anni dopo. Un uomo geloso, un uomo irascibile, un uomo violento. Questo è ciò che mi è piaciuto di più nello scrivere la sceneggiatura con Ben (Affleck) e Nicole, ma anche recitare una delle tre parti in cui è divisa la storia perché la raccontiamo da tre prospettive diverse».  

Tre prospettive che raccontano anche un segno del nostro tempo, quanto ad esempio siamo concentrati spesso solo su noi stessi, e come rapportiamo questo aspetto nell'utilizzo dei social network: «è vero e allo stesso tempo, viviamo in un'epoca in cui c'è una democratizzazione delle voci. Così tutti possono parlare grazie a queste piattaforme, i social media. Quindi non c’è solo concentrazione su sé stessi, ma anche una riflessione su come le tue azioni si ripercuotono sugli altri» prosegue Matt Damon, che ha condiviso non solo la sceneggiatura, anche lo schermo con il suo amico di vecchia data: «Sì, i nostri personaggi si odiano, il che è divertente. Sono ragazzi orribili. Ma stavamo davvero cercando di capire quale tipo di mascolinità tossica, e quali aspetti apparentemente innocui entrano in gioco, ancora oggi, nella nostra società. Speriamo che la gente si interessi a parlarne».

Tornando a Ridley Scott, e al suo portare sul grande schermo, da Alien a Soldato Jane, donne forti e determinate, come la Marguerite di Jodie Comer in The Last Duel, il regista ha commenta così questa scelta: «I miei film sono tutti dedicati a mia madre, che era alta un metro e mezzo e che era il sergente a casa per me e mio fratello, che ha fatto Top Gun, e molti altri film. E anche per mio fratello maggiore, un capitano di mare che ha navigato da Singapore nei mari della Cina meridionale, quando è stato colpito dai combattenti. Mia madre ha fatto un buon lavoro con noi tre ragazzi. Al fianco di un grande uomo c’è sempre una grande donna? Credo di si, senza nulla togliere a mio padre, perché mio padre ha sempre trovato il suo modo per esserci, anche se era nell'esercito. Ma mia madre era l'uomo di casa, era tutto. Però non sono sai, mammone...Credetemi!»

(Servizio a cura di Eva Carducci)