D'Alessandro e Musica Nuda, anteprima per Fausto Mesolella

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Poi, a volte, parla la musica, quella fatta di note ed emozioni, sogni e bisogni, ricordi e progetti, più che di streaming, visualizzazioni, Tik Tok, tic tac, tuc tuc e chi più ne ha più ne metta, tanto non vuole dire niente. Succede, ad esempio, quando tre amici ne ricordano un quarto, che non c’è più facendo propria una sua canzone, riconoscendone il tocco inconfondibile e indossando il suo suono come un vestito su misura. «Perché il suo suono vive con noi, ogni volta che gli Avion Travel riprendono uno dei pezzi magnifici che ci ha lasciato, penso ad “Aria di te”, ogni volta che Musica Nuda sale su un palco, ogni volta che tra noi musicisti si chiacchiera di musica», spiega Ferruccio Spinetti, contrabbassista della piccola orchestra casertana e metà del premiato duo formato con Petra Magoni.  Oggi  Fausto Mesolella, l’Uomo con la Chitarra scomparso il 30 marzo 2017, avrebbe compiuto 69 anni. E oggi «Il Mattino» pubblica in anteprima e in esclusiva assoluta il videoclip di «Quello che non voglio» nella versione di Alessandro D’Alessandro, Ferruccio Spinetti e Petra Magoni.
Un video realizzato in studio, senza effetti speciali, non servono, basta quel brano dedicato a Fabrizio De André che Faustone volle nel suo album del 2015, «Canto Stefano», su testi di Benni, per ribadire il suo posizionamento in «direzione ostinata e contraria», orgogliosamente «sulla cattiva strada» dell’amico fragile Faber: «Io non voglio morir artista/ accucciato come un vecchio cane/ sotto il trono del re di danari/ tra leccaculi e cortigiane».
D’Alessandro (un Premio Tenco diviso con Canio Loguercio nel 2017 per «Canti, ballate e ipocondrie d’ammore»), ha incluso il pezzo nel suo album «Canzoni», dedicato proprio a Mesolella. Col suo organetto preparato, si incrociano il contrabbasso di Spinelli e la voce di Magoni: «Come sempre facciamo con Petra, abbiamo usato alcuni degli elementi del brano per farne attraversare e rileggere l’essenza», ricorda Ferruccio: «La forza di Fausto era la semplicità, gli bastavano quattro accordi per essere inconfondibile, per lui la musica non conosceva confini nè gabbie di generi, era orgoglioso di aver suonato con le grandi orchestre come ai matrimoni».
«Mentre ero al lavoro sul mio album d’esordio come solista», rilancia il fisarmonicista, «pensavo continuamente al lavoro del chitarrista, al suo modo essenziale e diretto, ma anche libero e virtuosistico, di approcciare le canzoni da meraviglioso strumentista qual era. Di lui ho sempre amato il suo stare in molti contesti musicali, ma sempre con la sua inconfondibile cifra sonora e stilistica. Ecco perché ho deciso di omaggiarlo con questo suo brano nel mio disco. E sono felice che Petra e Ferruccio, così vicini a lui, abbiano accettato di essere coinvolti in questo omaggio».
E la Magoni, ricordando quanto Mesolella avesse supportato il progetto Musica Nuda, che l’anno prossimo compirà vent’anni, conclude: «È un omaggio sincero, sentito e appassionato che Alessandro e Musica Nuda hanno voluto fare a Fausto, seguendo uno dei suoi più grandi insegnamenti, ossia la ricerca della semplicità».