The Witcher batte su Netflix Sorrentino, Joey Batey: «Non mi sono più ripreso»

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Se siete fan dello show conoscete benissimo il ritornello del menestrello Ranuncolo “Toss a Coin to your Witcher…”. Una melodia così accattivante da non uscire più dalla testa dello spettatore, figuriamoci dal suo interprete, Joey Batey. «Non riesco più a parlarne, sono felice che sia piaciuta al pubblico, ma non mi sono più ripreso dalla prima stagione». Ora che la seconda stagione della serie fantasy, con protagonista Henry Cavill, è disponibile su Netflix, Joey Batey cerca di non pensare più alla melodia che lo ha reso famoso, gioco forza anche lo scenario più cupo e la travagliata lavorazione della seconda stagione, girata interamente in pandemia, come ci ha raccontato la showrunner, Lauren Schmidt Hissrich: «Quando abbiamo scritto la serie, non sapevamo che questa pandemia sarebbe arrivata. Certamente non sapevamo che sarebbe durata così a lungo. Ma uno dei temi centrali della seconda stagione è che si sopravvive solo se uniti. I protagonisti si ripetono costantemente questa cosa l'un l'altro, cioè che finché siamo insieme, andrà tutto bene. Penso che una delle cose che ho trovato più interessanti durante questo periodo complicato, che stiamo tutti vivendo, è che abbiamo iniziato a vedere gli umani, altri umani come una minaccia, perché semplicemente non sai chi è contagiato dal virus, e chi può contagiarti. E improvvisamente ci siamo sentiti isolati, realizzando quanto ci mancasse il contatto casuale o l'abbraccio, o il vedere i nostri amici e familiari di persona. Per me questa stagione replica questo, perché iniziamo con personaggi che sono abituati ad essere molto isolati, che sicuramente vedono il mondo attraverso la lente della paura, ma che comprendono che devono fidarsi degli altri, permettendosi di essere vulnerabili, di essere un po' più morbidi, di aprirsi, di essere eventualmente feriti. Penso che sia questo il loro viaggio in questa stagione. Tutti e tre riflettono davvero quello che stiamo passando in questo momento. E naturalmente, non potevamo saperlo quando l'abbiamo scritto. Ma penso che il pubblico lo comprenderà appieno».

(Servizio a cura di Eva Carducci)