Abusi sessuali sui minori, preso ai Caraibi ed estradato l'ex bidello arrestato a Monterosi

La questura di Viterbo
La questura di Viterbo
di Alessia Marani
Martedì 20 Aprile 2021, 10:18 - Ultimo agg. 21 Aprile, 23:10
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Incastrato grazie a Facebook e a quella sua voglia irrefrenabile di apparire e socializzare. Luciano Scibilia, 74enne ex bidello e sedicente pranoterapeuta, era riuscito a fuggire ai Caraibi prima della sentenza della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma che lo aveva condannato a scontare ancora 5 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale su minori.

Dall'Europol, nel frattempo, era stato inserito nella lista dei 19 più pericolosi social offender ricercati in campo internazionale. Ieri mattina è stato estradato dall'isola di Santo Domingo dove aveva trovato riparo conducendo quella che, apparentemente, sembrava una tranquilla vita da pensionato lontano dal suo Paese d'origine.

Ad attenderlo all'aeroporto di Malpensa, ieri, c'erano gli agenti del Commissariato Tuscolano che, dopo averlo scovato ancora in attività sui social, sono riusciti a rintracciarlo e a dare le esatte coordinate ai colleghi dello Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia per andarlo ad arrestare a Samanà, capoluogo dell'isola paradisiaca, già in passato scelta da latitanti eccellenti come buen retiro.

Occhiali scuri, mascherina sul volto, il suo incedere disinvolto ha ostentato una certa sicurezza nel consegnarsi ai poliziotti capitolini, la stessa con cui garantiva a ragazzine minorenni, compresa la figliastra, che grazie ai suoi poteri non solo sarebbero guarite dal malocchio ma sarebbero diventate bellissime, dal momento che con i suoi unguenti sarebbero riuscite a dimagrire e a ottenere una forma smagliante.

«Con la mia energia sarai stra-bella e d'ora in poi tutto andrà bene, nessuno potrà scalfirti», lasciava intendere alle ragazzine, alcune di 14 anni.

Le circuiva fino ad abusarne con premeditazione e attenzione ad evitare di lasciare tracce. L'uomo fu arrestato nel 2008 dalla Squadra Mobile di Viterbo, dopo che un'assistente sociale che aveva raccolto le confidenze di una delle figlie della convivente dell'uomo, all'epoca domiciliato a Monterosi, ma gravitante nell'area del Tuscolano, presentò un esposto alla Procura viterbese. Le violenze sarebbero andate avanti per circa cinque anni.

È stata la segnalazione di una delle vittime che più volte aveva denunciato che Scibilia, originario di Latina, nonostante la sentenza passata in giudicato, fosse ancora libero e, addirittura, alimentasse costantemente il suo profilo Facebook a portare gli investigatori della dottoressa Fiorella Bosco sulla pista giusta. Gli agenti hanno così scoperto che l'uomo percepiva anche una pensione, che veniva riscossa mensilmente da una complice a Roma (su cui sono in corso accertamenti) che poi girava il denaro sui conti correnti del latitante. Grazie poi alle intercettazioni telefoniche, ai controlli sui movimenti finanziari e ai post pubblicati sui social network, i poliziotti sono riusciti a risalire alla città in cui viveva, bloccandolo venerdì scorso mentre passeggiava per le strade di Samanà, in compagnia di un bambino di 8 anni.

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