Agricoltura, allarme siccità: frumento e ortaggi colture più a rischio. La Cisl: "Raccogliere le acque piovane"

Siccità
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di Federica Lupino
Mercoledì 4 Maggio 2022, 06:30
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La Tuscia non è ancora in allarme rosso come le aree intorno al corso del Po, ma già a marzo la Regione Lazio aveva scritto all'Ato1 Lazio nord-Viterbo affinché comunicasse la disponibilità idrica di tutti i Comuni, compresi quelli non ancora gestiti da Talete, e quali azioni si intendesse intraprendere per garantire l'approvvigionamento durante l'estate.

Poi, alcuni sindaci si sono portati avanti col lavoro, come quello di Tarquinia, Alessandro Giulivi, che proprio alla Regione ha chiesto lo stato di calamità per siccità. Del resto, i dati elaborati dalla società che gestisce il servizio idrico integrato in gran parte del territorio del Viterbese, diffusi proprio su queste colonne, certificano una situazione preoccupante: il livello delle precipitazioni registrato negli ultimi mesi è del 69% in meno rispetto alla media storica. Se raffrontato allo scorso anno, il quadro peggiora ulteriormente: si registra, infatti, un picco del 78% in meno.

Già associazioni di categoria ed esperti dell'Università hanno sottolineato le ripercussioni che la siccità sta avendo sulle colture. Una congiuntura particolarmente negativa che ora viene confermata anche dai sindacati. "Le segnalazioni sono continue: molte aziende - testimonia Sara De Luca, segretaria generale della Fai Cisl di Viterbo - lamentano semine a rischio, rese in forte calo e raccolti in diminuzione proprio per la carenza di acqua. In un fase in cui già pesano il caro carburante, i costi in aumento di fertilizzanti e mangimi, anche la siccità rischia di mettere in ginocchio il comparto".

Ma sta avendo e avrà nei prossimi mesi ripercussioni immediate sui prezzi di vendita al consumo, con incrementi generalizzati.

I terreni secchi sono una iattura per chi coltiva mais, grano, ma anche ortaggi: "Le ultime denunce - continua - ci sono arrivate da aziende agricole storiche che lavorano i terreni di Castel D'Asso. Mai come quest'anno la terra, prosciugata da una siccità che va avanti da settimane, risulta avida di prodotti".

Le soluzioni? "La Regione Lazio e le associazioni del settore si stanno mobilitando. Anche i Consorzi di bonifica - racconta De Luca - hanno anticipato l'irrigazione. La verità però è che l'acqua rischia di non bastare per tutti gli usi: dobbiamo cambiare approccio culturale, comportarci considerando ogni goccia un bene prezioso. Si dovrebbe partire subito introducendo sistemi per raccogliere le acque piovane e poterle poi utilizzare al momento del bisogno". Occhi puntati, e speranze pure, sul Pnrr: a ottobre il ministero delle Politiche Agricole ha approvato a livello nazionale 149 progetti strategici nel settore delle infrastrutture irrigue.

“Un cambiamento culturale, nuove strategie per conservare la pioggia e un intervento straordinario per rinnovare le condutture utilizzare nelle aziende, penso anche agli allevamenti di animali, sono fondamentali - conclude la segretaria della Fai Cisl - per arginare le conseguenze dei cambiamenti climatici".

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