Cena dei veleni, la Lega affonda il colpo: «La sindaca si dimetta, a noi lo chiese per molto meno»

Stamattina il consiglio comunale

Cena dei veleni, la Lega affonda il colpo: «La sindaca si dimetta, a noi lo chiese per molto meno»
Massimo Chiaravallidi Massimo Chiaravalli
Martedì 19 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo agg. 13:37
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«Se alla sindaca è rimasto un minimo di dignità, stamattina in aula dovrebbe presentare le proprie dimissioni». Nell’opposizione lui è stato il primo a rompere gli indugi dopo la nota in cui il consigliere Marco Bruzziches ha rivelato il contenuto incriminato della cena dei veleni. Il capogruppo della Lega, Andrea Micci, adesso è anche il primo - e finora l’unico - a chiedere che Chiara Frontini faccia non un passo indietro, ma che esca proprio da palazzo dei Priori.

Per la sindaca quello di oggi è il giorno più difficile di quasi due anni di amministrazione. Tra le due strade possibili, rispondere alle singole interrogazioni o relazionare in apertura di consiglio consentendo a tutti di prendere la parola, ha scelto la seconda. La prima notizia dunque è che ci sarà il dibattito. La seconda è che dal semiletargo delle opposizioni non solo qualcuno si è svegliato, ma ora avanza la richiesta più dura. «C’è un’indagine della procura che farà il suo corso - dice - ma Frontini non ritiene opportuno dimettersi?». Il leghista gira contro di lei le stesse frasi che qualche anno fa l’attuale vicesindaco Alfonso Antoniozzi rivolse all’allora assessore dei verdi Claudio Ubertini, all’epoca parte lesa nel filone di mafia viterbese. «Disse che anche solo il sospetto di determinati atteggiamenti avrebbe dovuto portare alle dimissioni: credo che qui ci sia molto più di un sospetto.

Se avesse un minimo di dignità stamattina dovrebbe presentare le proprie dimissioni per tutto ciò che è accaduto».

Non solo: Micci chiede conto anche del ruolo del marito della sindaca, Fabio Cavini. «Voglio sentire dalla sua voce se lei abbia avallato ciò che ha detto. Perché dal comunicato di Bruzziches sembra di sì, invece avrebbe dovuto rispondere ma cosa stai dicendo, ma non dire stupidaggini. E lui, che ruolo abbia lo espone chiaramente. Non mi piace l’atteggiamento ai limiti del patriarcale per cui la sindaca abbia bisogno dell’“anima nera”, come si è autodefinito, che muove i fili addirittura inventandosi eventuali dossier laddove non dovessero esserci. La sindaca non ha smentito neanche questo: il marito si è ricucito il ruolo di personaggio dietro le quinte, che laddove qualcuno non si dovesse allineare si inventa qualcosa e colpisce il più debole della famiglia. Anche in un’altra riunione era presente e teneva banco».

Il resto succederà oggi in aula, dalle 9,30. «Voglio sentire cos’ha da dire. Qui siamo tutti sempre per la legalità e la trasparenza, poi se uno si sente intimorito e registra, biasimiamo lui e non il contenuto delle registrazioni. Sembrano quasi affetti dalla sindrome di Stoccolma. È deplorevole - conclude Micci - per non dire altro».

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