Infiltrazioni della 'ndrangheta a Viterbo, nessuna scarcerazione: il Riesame respinge tutti i ricorsi

Infiltrazioni della 'ndrangheta a Viterbo, nessuna scarcerazione: il Riesame respinge tutti i ricorsi
di Maria Letizia Riganelli
Venerdì 22 Febbraio 2019, 13:01 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 15:00
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Ndrangheta viterbese, le intercettazioni restano nel fascicolo. Così come resta l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il Riesame ha rigettato anche l'ultimo ricorso, presentato dall'avvocato Giuseppe Di Renzo che difende il presunto capo del clan criminale Giuseppe Trovato. Il legale di Vibo Valentia aveva eccepito sull'inutilizzabilità del compendio d'intercettazione, per violazioni procedurali, e contestato l'aggravante mafiosa.

Eccezioni respinte in toto. I 13 indagati dell'operazione Erostrato restano tutti rinchiusi in diversi carceri della Penisola, sotto alta sorveglianza. Il collegio dei giudici del Tribunale della libertà ha rigettato tutti i ricorsi, lasciando di fatto intatto l'impianto probatorio costruito dai carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dai pm Fabrizio Tucci e Giovanni Musarò della Dda di Roma.

Il primo match della partita se lo aggiudica l'accusa. Che in poco meno di mese è riuscita non solo ad arrestare i membri del sodalizio, ma anche a raccogliere altro materiale probatorio e a spostare senza preavviso tutti gli indagati in un carcere diverso. Le due donne Martina Guadagno e Oufir Fouzia, inizialmente a Civitavecchia, sono ora rispettivamente a S. Maria Capua Vetere e Lecce. Il boss Giuseppe Trovato nell'istituto di massima sicurezza di Nuoro. Il capo in seconda Ismail Rebeshi è stato dirottato nel carcere di alta sorveglianza di Tolmezzo. Gli altri tra Torino, Bologna e Aosta.

Una mossa strategica per evitare che i consociati possano dialogare tra loro. O continuare, come hanno dimostrato più volte, a fomentare odio verso le forze dell'ordine. Un collante della banda, così come emerso dalle intercettazioni, infatti era il sentimento di profondo astio rivolto a carabinieri e polizia. Finiti spesso nel mirino del sodalizio. «Come esco di qua dice durante una conversazione Trovato - una penna qua nella gola gliela metto. Lo faccio morire qui davanti e mi dichiaro per pazzo... mi ha fatto uscire pazzo lui». E ancora: «C'ho una rabbia che se vengono qua (riferito alle forze dell'ordine, ndr) io sono capace che li ammazzo con le mani, mi possono ammazzare anche di botte, ho le capacità con l'odio che c'ho. La guerra faccio con lui pure se c'ha la divisa».
 
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