Roccalvecce, mezzo borgo è una giungla. I residenti : ''Noi dimenticati, dobbiamo tagliare le erbacce da soli''

Roccalvecce, mezzo borgo è una giungla. I residenti : ''Noi dimenticati, dobbiamo tagliare le erbacce da soli''
di Simone Lupino
Giovedì 4 Agosto 2022, 06:20 - Ultimo agg. 14:50
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A Roccalvecce i residenti sono arrivati all’autogestione, tanto ormai si sentono abbandonati dal Comune di Viterbo: “Il problema della strada chiusa per frana dallo scorso febbraio è gravissimo, ma purtroppo non è l’unico”. Si parte dalle erbacce, mezzo paese infatti sembra una giungla.

“Ognuno di noi cerca di fare quello che può, tenendo pulite dalla vegetazione almeno le vie e le strade che si trovano intorno alla propria abitazione e dando una mano agli altri residenti. Ovviamente non possiamo arrivare ovunque”, racconta Veruska Rossi, che da sola si è occupata anche di liberare un tombino. Operai mandati dal Comune? “L’ultima volta che si è visto qualcuno da queste parti era agosto dell’anno scorso”.

Girando per la frazione accompagnati dai residenti, ci si imbatte in zone completamente off limits.

Impossibile passare a piedi o con altri mezzi a causa dell’erba che ha coperto tutto: strade e muretti. “Basta una scintilla e potrebbe scatenarsi l’ inferno”. Via delle Ripe, ad esempio, la si può percorrere solo per un tratto. In alcuni punti il muro è anche distaccato dal terreno. “C’è il rischio che crolli, è così da due anni ma nessuno viene a sistemarlo”. La via sottostante, invece, è proprio una foresta. “Vengo da Viterbo a Roccalvecce una volta all’anno d’estate per trovare erbacce e rifiuti - dice Marisa Marini, dalla sua abitazione che si affaccia su via delle Cantinacce - ma io pago in tutto per la Tari 495 euro. E sono una persona sola. Perché il Comune non pulisce?”.

Dall’erba sbuca di tutto: “Serpentelli, topi, lucertole e scarafaggi: in casa dobbiamo tenere porte e finestre sempre chiuse”, attacca Lando Marini, 77 primavere sulle spalle, ma tra i più attivi nel servizio anti infestanti. Da solo ha ripulito da poco tutto il muraglione di via delle Volte. “Ma qui è tutto a carico nostre: i decespugliatori, la benzina, l’ape car per portare a smaltire gli scarti. Soldi e fatica”.

Marius Bloss vigila dalla sua abitazione su via Maiocchi. E’ una delle strade per le quali il commissario prefettizio ha chiesto nei mesi scorsi un finanziamento governativo che però non è stata concesso. “Le pietre si staccano continuamente, il Comune è venuto a sistemare, ma alcune di queste nel frattempo sono sparite. In molti casi gli operai hanno solamente colmato lo spazio vuoto con il cemento. Altre pietre si stanno staccando di nuovo”.
“Questo paese potrebbe essere un gioiello. Invece è abbandonato”, dice Anna Maria Marini, che vive a Roma, ma qui ha le sue radici. Una odissea anche ritirare la pensione, visto che la posta è stata chiusa. Si trovava nell’edificio delle scuole, dichiarato inagibile.

“E a breve potremmo perdere anche l’ambulatorio del medico, sempre nello stesso stabile. Se c’è un problema su tetto – si domandano i rocchiggiani - perché il Comune non interviene?”. Ieri sera intanto si è tenuto un incontro con la sindaca Frontini in prossimità del cantiere della frana, con l'annuncio che potrebbe essere riaperta a novembre. “Noi chiediamo che il Comune apra almeno una corsia in senso alternato, anche per dare un segnale di ripartenza. Il danno prodotto da questa situazione è anche esistenziale, per tante persone che hanno visto cambiare la propria vita in peggio”, dice Alessandro Burla.

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