Stupro al pub, recuperati quei due video che dicono tutto

Stupro al pub, recuperati quei due video che dicono tutto
Mercoledì 11 Settembre 2019, 21:22 - Ultimo agg. 12 Settembre, 09:56
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Stupro al pub, dalla perizia altri due nuovi video. Sarebbero quelli recuperati dalle telecamere a circuito chiuso del locale che qualcuno aveva cancellato prima dell'arrivo della Digos. Il perito Sergio Civino, a cui la procura aveva affidato l'incarico, è riuscito a recuperarli. Inquadrerebbero l'ingresso del locale nel momento in cui Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci fanno entrare la donna e poi, dopo più di tre ore, la fanno uscire. Le nuove immagini avrebbero fornito alla Procura elementi che rafforzerebbero il quadro probatorio che inchioda i due ventenni, da fine aprile in carcere.

Ieri il titolare del fascicolo, pm Michele Adragna, avuta la consulenza tecnica ha depositato la richiesta di giudizio immediato. Richiesta che arriva nel momento in cui si raggiunge, per l'accusa, l'evidenza della prova. Ora i legali di Licci e Chiricozzi - Giovanni Labate, Marco Valerio Mazzatosta e Domenico Gorziglia - hanno 15 giorni per chiedere il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena (la vittima è assistita dall'avvocato Franco Taurchini).

I due, secondo quanto ricostruito dalle indagini e dalle immagini da loro stessi girate e poi diffuse, la notte tra l'11 e il 12 aprile scorso avrebbero abbordato una 36enne di Viterbo in un locale. Poi, con la scusa di una bevuta gratis, l'avrebbero portata all'Old Manner's tavern, pub fino a poco fa ritrovo esclusivo dei militanti di Casapound. Qui i due avrebbero violentato e seviziato la ragazza per tre ore. Uno stupro sotto gli occhi delle telecamere dei telefonini. I due indagati avrebbero ripreso ogni sopruso, ogni violenza. Per poi diffondere lo stupro ad amici e parenti. Quelle stesse immagini che poche ore dopo hanno tentato di eliminare sono ora una prova schiacciante.

Civino, che nel settore informatico è un luminare, è riuscito a recuperare tutti i dati. Da quelli contenuti negli smartphone a quelli delle telecamere a circuito chiuso del pub. A niente sarebbero valsi i suggerimenti di reset inviati in quelle ore ai due giovani.
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