Stupro Viterbo, gip: la vittima era semi-incosciente, scene raccapriccianti

Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi mentre vengono portati in carcere
Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi mentre vengono portati in carcere
Martedì 30 Aprile 2019, 12:17 - Ultimo agg. 17:50
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Sarebbe stata stuprata nonostante il suo stato di semi-incoscienza la 36enne italiana vittima della violenza avvenuta a Viterbo e per cui sono stati arrestati i due esponenti di Casapound Francesco Chiricozzi e Riccardo Lecci. Lo scrive la gip Rita Cialoni nell'ordinanza di custodia cautelare, evidenziando la «gravità inaudita» dei fatti contestati ai due giovani di 21 e 19 anni, e parlando di «scene raccapriccianti», oltre che di «reiterati abusi» sulla donna, commessi in modo «beffardo e sprezzante». Gli spezzoni di video ripresi con i cellulari, uno dei quali dura circa 7 minuti, iniziano con la ragazza che è già a terra.

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«Quattro fotografie ritraggono la vittima inerme e completamente nuda, mentre giaceva sul pavimento in posizione fetale». Una situazione riscontrata anche dai video, in cui la 36enne appare «in evidente stato confusionale ai limiti dell'incoscienza, conseguente sia all'aggressione fisica subita che allo stordimento connesso all'abuso di alcolici, verosimilmente all'assunzione di ansiolitici Rivotril e Prozac, prescritti dal centro di salute mentale che aveva in carico la donna». 

Queste alcune righe dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo, Rita Cialoni, nei confronti di Chiricozzi e Lecci accusati di stupro di gruppo commesso in un pub privato, frequentato dall'estrema destra di Casapound, la notte dello scorso 12 aprile. Le scene, “cristallizzate” dai supporti informatici, sono quelle messe in atto dai due militanti, in cella da ieri. I due sono esponenti di primo piano di Casapound a Viterbo.

L’arresto è scattato ieri mattina all’alba dopo un’indagine lampo della Squadra Mobile e della Digos della questura viterbese, coordinate dal pm Michele Adragna. All’arrivo delle forze dell’ordine i due indagati, assistiti dagli avvocati Giovanni Labate e Marco Valerio Mazzatosta, non hanno battuto ciglio. I video, per gli inquirenti prova inconfutabile dei reati commessi dai due giovani, sarebbero spariti dalla memoria del telefono di Licci se gli investigatori non si fossero presentati nelle loro abitazioni nel pomeriggio del 13 aprile.

La Mobile e la Digos di Viterbo, guidate da Fabio Zampaglione e Fabrizio Moschino, hanno bussato a casa dei due esponenti di Casapound alla ricerca di prove che li inchiodassero. E in pochi minuti si sono trovati a guardare le immagini di uno stupro senza precedenti. I due, arrestati e rinchiusi nel carcere di Mammagialla, sono accusati di violenza di gruppo, lesioni aggravate e violenza sessuale con abuso delle condizioni di inferiorità psichica e fisica. 

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