Edilizia, boom di cantieri ma mancano operai e tecnici specializzati

Edilizia, boom di cantieri ma mancano operai e tecnici specializzati
di Luca Telli
Sabato 25 Settembre 2021, 06:35 - Ultimo agg. 13:24
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Allarme manodopera per l’edilizia, per tanti nuovi cantieri che nascono mancano operai generici e tecnici specializzati. La denuncia arriva dal presidente di ANCE (associazione nazionale costruttori edili) Viterbo Andrea Belli. Un paradosso figlio della spinta fornita al settore dagli incentivi del governo per l’efficientamento energetico e il rifacimento facciate, i bonus 110% e 90%, capaci negli ultimi sei mesi di produrre un rimbalzo nel comparto fino ai livelli antecedenti la crisi del 2008.

Per dare un’idea degli effetti basta dare un’occhiata ai dati delle casse edili tra i semestri aprile 2020-settembre 2020 e ottobre 2020-aprile 2021 da dove emerge come il numero dei lavoratori attivi iscritti sia aumentato nel Lazio di 4.289 unità: 3.298 a Roma, 285 a Rieti, 261 a Viterbo, 243 a Frosinone, 201 a Latina.

Tutto bene. Anzi no. «Perché ora il mercato ha dato fondo a tutte le sue risorse nonostante l’importante sostegno fornito dai lavoratori immigrati dell’Est Europa», commenta Belli.

Lunga la lista delle figure che scarseggiano, non solo generici e specializzati, merce sempre più rara, «ma anche periti e ingegneri», continua Belli. Con una soluzione non dietro l’angolo: «perché – aggiunge- i tempi di formazione di un tecnico specializzato sono lunghi: almeno due anni mentre l’urgenza è immediata».

La penuria di addetti rischia di limitare la ripresa. Per tanti cantieri aperti, che per rientrare nei benefici dovranno essere necessariamente conclusi entro la fine dell’anno, altrettanti sono infatti fermi sulla scrivania delle imprese. «È chiaro che in presenza di vincoli temporali, con una domanda così alta e senza manodopera non riuscire a dare soddisfazione a tutte è eventualità reale».

La possibilità di una proroga del Superbonus, come l’accettazione della richiesta partita dagli imprenditori edili di una continuazione parziale dei benefici anche a carattere decrescente per i prossimi anni, fino al 2023 sembra già nell’agenda di governo; una nuova cura energizzante per consolidare la crescita che se servirà a imprese e cittadini non porterà soluzione alla crisi della manodopera.

Per il reclutamento di nuove figure due sono le strade che sta seguendo Ance, da una parte ha intenzione di chiedere al governo un pacchetto di misure che favoriscano le assunzioni e la formazione di giovani per il lavoro, dall’altra si muove attraverso la scuola edile «va spiegato a tutti che il lavoro dell’operaio edile è molto cambiato negli anni, ha una qualificazione maggiore», aggiunge Belli.

«Il problema – continua Belli -, è della massima rilevanza.

Gli effetti negativi non saranno solo per le imprese ma per l’intera provincia. L’edilizia è la motrice dell’economia. Genera ricchezza reale che rimane sul territorio e muove una filiera tale da consentire una ripresa forte e duratura».

Un problema da prendere ancora più seriamente per il ruolo che la transazione energetica e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), giocheranno nel futuro prossimo. «Il nostro settore sarà centrale. Il 110% è stato solo la miccia».

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