Elezioni del 12 giugno: la carica dei big di partito nazionali nella Città dei Papi

Viterbo: Aula del consiglio comunale
Viterbo: Aula del consiglio comunale
di Carlo Maria Ponzi
Domenica 5 Giugno 2022, 12:04 - Ultimo agg. 7 Giugno, 13:10
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La prima ad apparire, a metà maggio, è stata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che ha presentato la sua biografia “Io sono Giorgia. Le mie radici le mie idee” e nel contempo benedetto la candidata sindaca Laura Allegrini (il bis è previsto l’8 giugno). Gli ultimi big sono apparsi venerdì scorso: Enrico Letta, segretario del Pd, e Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio dei ministri, presidente del Movimento 5 Stelle, entrambi a tifare per la candidata  sindaca Alessandra Troncarelli.

Il tour elettorale nel capoluogo a sostegno dei rispettivi sodali ha coinvolto un folto numero di esponenti nazionali.

Per Claudio Ubertini, candidato sindaco della Lega- Fi- Fondazione-Udc, si sono scomodati il leader Matteo Salvini, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia; Roberto Calderoli, vice presidente del senato; Francesco Bruzzone, responsabile nazionale del dipartimento per la fauna selvatica, la senatrice Licia Ronzulli. Per Allegrini, accanto a Giorgia Meloni, Guido Crosetto, fondatore di FdI e un nugolo di parlamentari: Salvatore Deidda, Giovanni Donzelli, Alessandra Maiorino, Federico Mollicone, Augusta Montaruli, Nicola Procaccini, Fabio Rampelli.

Per Troncarelli, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli del M5S; Alessandro Bianchi, ex ministro dei trasporti del secondo governo Prodi; i senatori Alessandra Maiorino e Gianluca Perilli, le deputate Francesca Flati e Marta Grande (M5S). Il senatore Gian Luigi Paragone è venuto in missione a Viterbo per Marco Cardona (Italexit).

Memori dell’antico aforisma “Piazze piene, urne vuote”, i candidati e i loro ospiti hanno preferito concionare (salvo rare occasioni) negli hotel, nei caffè, nei teatri.

Chi riempendoli a dovere, chi no.  Gli argomenti trattati non hanno seguito un preciso filo rosso, ma si è passati di palo in frasca. I big hanno regalato prolusioni che hanno intrecciato temi nazionali a quelli locali (con netta prevalenza dei primi).

Un florilegio delle ultime parole famose.  «Il patrimonio culturale va fatto rendere e conoscere» (il ministro Garavaglia). «L’unica strada per uscire dalla crisi è lo sviluppo delle fonti rinnovabili» (il ministro Stefano Patuanelli). «Serve una rivoluzione che parta dal basso, dalle province. Una rivoluzione che muova dalla sburocratizzazione dell’amministrazione» (Crosetto). «Come per le squadre di calcio, a volte si soffre, ma questi momenti ci temprano, ci rendono più forti» (Ronzulli).

«A pochi giorni alle elezioni non ci interessa parlare male degli avversari. Non rispondiamo alle accuse e offriamo a tutti la nostra idea di Viterbo, di casa, di lavoro, di ambiente» (Salvini). «Trovare nel mondo una cittadina con un centro medievale così esteso non è facile. Avete bisogno solo di un’amministrazione competente, senza tornaconti personali. Chi lavora per il proprio tornaconto personale va fuori» (Conte).

Dulcis in fundo: “Mi devi promettere che il 3 settembre, in occasione del Trasporto della Macchina di S. Rosa, mi accoglierai con la fascia da sindaco” (Letta rivolto a Troncarelli).

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