Mercogliano, assassinio Bembo, il video sarà proiettato in tribunale

In Corte d'Assise il filmato del litigio e del ferimento mortale del ragazzo

Mercogliano, assassinio Bembo, il video sarà proiettato in tribunale
Mercogliano, assassinio Bembo, il video sarà proiettato in tribunale
Martedì 7 Maggio 2024, 09:47
3 Minuti di Lettura

Il video del litigio e del ferimento mortale di Roberto Bembo verrà proiettato nell'aula di Corte di Assise il 5 giugno prossimo. A deciderlo il collegio giudicante presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato e resa nota nel corso dell'udienza celebrata ieri mattina per il processo ai tre presunti assassini del 21enne di Mercogliano ucciso a coltellate il primo dell'anno del 2023, nel parcheggio di fronte al bar Verdarina. Decisione maturata per far luce su alcuni aspetti della vicenda di sangue e sollevati già dalla difesa dei tre imputati, Nico Iannuzzi considerato l'esecutore materiale delle coltellate, Luca Sciarrillo e suo fratello Daniele (indagato a piede libero per concorso in omicidio) e difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella.

La proiezione del video sarà, dunque, necessaria a chiarire alcuni aspetti della vicenda, anche alla luce di alcune testimonianze contraddittorie e caratterizzate da molti «non ricordo». In primis la proiezione del video dovrà chiarire se Roberto Bembo sia arrivato al bar Verdarina perché informato delle minacce subite dai suoi amici da parte di Nico Iannuzzi e i due Sciarrillo ed ancora se Roberto si era avvicinato con fare minaccioso una volta giunto sul posto tanto che, come sollevato dalla difesa dei tre imputati, anche Nico Iannuzzi aveva un occhio tumefatto. Infine le immagini video dovranno chiarire la dinamica dei fatti. Intanto ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni, tre ragazze e un ragazzo, presenti davanti all'attività ricettiva di Mercogliano, quando il ventunenne venne accoltellato.

In particolare il ragazzo ha riferito di essere intervenuto in un primo momento per separare Roberto Bembo e Nico Iannuzzi, ma ha anche aggiunto di essere stato allontanato subito dopo. Una delle ragazze ascoltate ha riferito di aver notato Nico Iannuzzi sferrare una coltellata a Roberto Bembo mentre era di spalle.

La giovane ha precisato di non poter aggiungere altro, perché in questo lasso tempo ha cercato di rimuoverlo. Infine una terza testimonianza ha riferito di aver notato Roberto Bembo aggredire Nico Iannuzzi, senza chiarire se Iannuzzi stesse in quel momento soccombendo o meno. Testimonianza che è stata oggetto di numerose contestazioni da parte del pubblico ministero, in quanto il testimone più volte si è contraddetto rispetto a quanto dichiarato nelle sommarie informazioni, quando fu sentito nell'immediatezza dei fatti. Inoltre i tre imputati (Niko Iannuzzi, Daniele e Luca Sciarillo) hanno richiesto di essere ammessi ad un programma di giustizia riparativa, espressamente previsto dalla legge Cartabia.

Il presidente Scarlato aveva già chiesto, come prevede la norma, che ci fosse un'interlocuzione da parte della famiglia. A rappresentare la decisione della famiglia della vittima davanti ai giudici togati e alla giuria popolare, come anticipato dal legale di parte civile Gerardo Santamaria, è stata la mamma del giovane ucciso, Cinzia Tino che ha precisato di non voler aderire ad alcuna tipo di mediazione: «In questa fase del processo, non siamo ancora neppure riusciti a capire cosa è avvenuto e perché è morto mio figlio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA